Roma, 28 giugno 2024 – All’inizio del 2023, in Italia risiedono circa 5 milioni di cittadini stranieri (111 mila in più rispetto all’anno precedente), comunitari e non comunitari, che rappresentano l’8,7% del totale dei residenti. L’83,4% dei cittadini stranieri residenti in Italia si concentra nel Centro-Nord. Alla stessa data, sono regolarmente presenti poco più di 3,7 milioni di cittadini non comunitari, il 60% dei quali ha un permesso di soggiorno di lungo periodo. Nel corso del 2022, i nuovi permessi di soggiorno rilasciati a cittadini non comunitari sono stati quasi 449 mila, con un aumento dell’86,0% rispetto al 2021, dovuto in larga parte alla crisi dei rifugiati provenienti dall’Ucraina a causa della guerra. Per tale ragione, nel 2022, le motivazioni prevalenti dei nuovi ingressi sono le richieste di asilo e protezione internazionale (45,1%), passate da circa 31 mila a oltre 200 mila (+556,0%), seguite dai ricongiungimenti familiari (28,1%) e dai motivi di lavoro (15,0%) in sensibile crescita rispetto al 2021 (+32,2%).
Sono questi alcuni dei dati che emergono da Noi Italia, un prodotto Istat diffuso con cadenza annuale dal 2008 e che contiene una selezione di oltre 100 indicatori statistici sulla realtà del nostro Paese (ambientali, demografici, economici e sociali), sulle differenze regionali che la caratterizzano e sulla sua collocazione nel contesto europeo.
Storicamente, gli stranieri sul territorio italiano si concentrano soprattutto nelle ripartizioni del Centro-Nord dove, al 1° gennaio 2023, risiede l’83,4% degli stranieri residenti in Italia. La maggiore attrattività delle regioni del Centro-Nord è confermata anche dai permessi di soggiorno dei cittadini non comunitari: circa l’85% è stato rilasciato o rinnovato nel Centro-Nord, soprattutto in Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto. L’incremento dei nuovi flussi di ingresso ha riguardato, invece, soprattutto il Sud e il Nord-Est.
Il livello di istruzione degli stranieri, nel 2023, è ancora inferiore a quello degli italiani: circa il 48,9% degli stranieri, nella fascia di età tra i 15 e i 64 anni, ha conseguito al più la licenza media, rispetto al 35,6% dei coetanei italiani; il 40,1% ha un diploma di scuola superiore e l’11,1% una laurea, a fronte, rispettivamente, del 44,3% e del 20,1% degli italiani della stessa fascia di età.
Nel mercato del lavoro, permangono differenze tra italiani e stranieri: nel 2023, il tasso di occupazione (20-64 anni) degli stranieri (65,1%), cresce meno intensamente di quello dei coetanei italiani e risulta ancora inferiore a quello degli autoctoni (66,4%). Il tasso di disoccupazione diminuisce maggiormente per gli stranieri che, tuttavia, continuano a presentare un valore dell’indicatore significativamente più elevato (11,3%), rispetto a quello degli italiani (7,2%). Il tasso di inattività (15-64 anni) degli stranieri (30,5%) resta invece inferiore a quello degli autoctoni (33,6%).
Nel 2022, secondo gli indicatori dell’Istat sono in condizione di povertà assoluta oltre 2,18 milioni di famiglie (8,3% del totale delle famiglie residenti, da 7,7% nel 2021), per un totale di oltre 5,6 milioni di individui (9,7%, in crescita dal 9,1% dell’anno precedente). Il peggioramento della povertà assoluta è imputabile, in larga misura, forte accelerazione dell’inflazione. I minori colpiti dalla povertà assoluta sono 1 milione 269 mila, appartenenti a 720 mila famiglie. Gli stranieri in povertà assoluta sono oltre 1 milione 700 mila, con un’incidenza della povertà assoluta tra gli stranieri pari al 34,0%, valore di oltre quattro volte e mezzo superiore a quello degli italiani.
La nuova edizione è consultabile alla pagina Noi Italia.
Sulla piattaforma è inoltre disponibile una sintesi relativa ai principali risultati degli indicatori presentati dal titolo “Noi Italia in breve“.
FONTE NEWS: Integrazione Migranti