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STUDENTE SUICIDA: G2, IL BLOG DEI FIGLI D’IMMIGRATI / ANSA

(di Alessandra Magliaro) (ANSA) – ROMA, 6 APR – Si chiamano con una sigla, G2, sono i ragazzi e ragazze figli di immigrati, nati o cresciuti in Italia. Sono le seconde generazioni: hanno volti chiari e scuri, occhi a mandorla o capelli crespi, l’accento però, per tutti, é italiano, spesso con inflessioni dialettali. Sono intraprendenti, combattivi e dal 2006 hanno trovato in un blog il modo per riunirsi, da Roma a Milano, da Torino a Palermo per lavorare insieme sui diritti negati alle seconde generazioni senza passaporto italiano e sulla loro identità che è multiculturale. Il blog per loro è anche uno sfogo e leggerlo é un modo per conoscerli da vicino. Raccontano di frustrazioni per quel sentirsi italiani ma anche stranieri, per non essere accettati per quello che sono, ossia con origini ‘diverse’. Leggere il blog avvicina anche alla storia di Matteo, il ragazzo di 16 anni che si è suicidato sentendosi vittima dell’intolleranza verso gli omosessuali e gli stranieri. I ragazzi di G2 sono cresciuti in Italia e sono riusciti a farsi ascoltare dal Ministro della solidarietà sociale Paolo Ferrero nel suo viaggio Nell’Italia dell’Immigrazione (raccontato da un bel libro pubblicato da Vita) e considerano una vittoria l’aver viste accolte le proprie richieste sulla proposta governativa di riforma della legge sulla cittadinanza. "Se sei figlio/a di immigrati in Gran Bretagna dicono che sei un terrorista. Se sei figlio/a di immigrati in Francia dicono che sei un teppista Se sei figlio/a di immigrati in Italia dicono che sei un… Suggerimenti sui luoghi comuni che in Italia possono prendere piede sui figli degli immigrati?" scrive oggi su G2 un ragazzo che si firma nuez. E’ una chiara provocazione ma anche un segnale dello stato d’animo di questi giovani nati in Italia o arrivati piccolissimi, cittadini del mondo che vogliono mantenere il dialogo e favorire l’integrazione reagendo al fastidio per i luoghi comuni e le retoriche che ad ogni episodio di cronaca riprendono vigore. "Per quanto ci possiamo sentire italiani e basta, credo che noi seconde generazioni avremo sempre un pezzo di cuore che batte da un’altra parte", ha scritto sul blog Pipit dopo aver saputo che un tifone nelle Filippine aveva spazzato via insieme a paesi e persone anche i suoi ricordi d’infanzia. La solitudine di questi ragazzi è la cosa che più colpisce, nostalgie indefinibili per mondi e culture lontane che sono nel dna più che nel vissuto e il confronto con la prima generazione, quella dei padri, può essere drammatico: il caso di Hina, la giovane bresciana sgozzata dal padre pachistano, è lì a ricordarlo. (ANSA).2007-04-06 17:21

(6 aprile 2007)

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