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Studenti e ricercatori. Ingressi più veloci e meno burocrazia per attrarre cervelli

ROMA – Per ricercatori e studenti extracomunitari sarà più semplice entrare in Italia, grazie a due decreti legislativi approvati stamattina dal Consiglio dei Ministri che daranno attuazione alle indicazioni europee in materia di mobilità dei cervelli.

Un decreto approvato in via definitiva, che quindi entrerà in vigore subito dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, riguarda le "condizioni di ammissione dei cittadini di Paesi terzi per motivi di studio, scambio di alunni, tirocinio non retribuito o volontario".

Chi è già in un altro Paese dell’Unione per motivi di studio, potrà entrare in Italia per proseguire gli studi o integrarli, senza necessità di chiedere il visto di ingresso. Ciò è consentito solo nell’ambito di un programma di scambio comunitario o bilaterale con il Paese di origine oppure quando lo straniero sia stato autorizzato a soggiornare per almeno due anni, per motivi di studio, in un altro Paese dell’Unione.

Con un secondo decreto, che dovrà però ora passare al vaglio del commissioni parlamentari, si introduce invece una "procedura specificamente concepita per l’ammissione di cittadini di Paesi terzi a fini di ricerca scientifica".

In particolare, riguarda gli stranieri in possesso di un titolo di studio superiore che, nel Paese in cui è stato conseguito, dia accesso a programmi di dottorato. Il loro ingresso, non vincolato alle quote per lavoro, avverrà sulla base di una richiesta di un istituto di ricerca e dell’iscrizione in un apposito elenco tenuto dal ministero per l’Università e la ricerca.

Il nulla-osta all’ingresso del ricercatore è rilasciato, su richiesta dell’istituto di ricerca, dallo sportello unico preso la prefettura che acquisisce il parere da parte della questura sull’insussistenza di motivi ostativi all’ingresso. La durata del permesso di soggiorno è pari a quella del programma di ricerca.

"Finalmente realizziamo un sistema che attraverso l’accreditamento delle istituzioni universitarie o scolastiche accelera le procedure di ingresso per studenti e ricercatori. È un problema fondamentale per i giovani dei paesi terzi e per noi che dobbiamo aumentare la nostra capacità di attrazione nel mondo della ricerca" ha commentato il min. dell’Interno Giuliano Amato.

(27 luglio 2007)

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