"C'è diversita' di trattamento previsto per il datore di lavoro, in caso di buon esito della domanda esentato da eventuali provvedimenti penali e amministrativi, e il lavoratore, che rischia invece l'espulsione in caso di rigetto della domanda"
Roma, 15 settembre 2012 – "Forte preoccupazione per le procedure fissate dal Governo per accedere alla nuova regolarizzazione, finalizzata all'emersione dal nero di centinaia di migliaia di lavoratori stranieri".
Ad esprimerla sono Acli, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cgil, Fcei, Sei-Ugl, Uil, che fanno parte del Tavolo Nazionale Immigrazione, che chiedono al governo di chiarire una serie di punti per rendere la misura "efficace ed equa".
"Innanzitutto – si legge in una nota – va segnalata la diversita' di trattamento previsto per il datore di lavoro, in caso di buon esito della domanda esentato da eventuali provvedimenti penali e amministrativi, e il lavoratore, che rischia invece l'espulsione in caso di rigetto della domanda. Le condizioni poste, e non solo di carattere economico (gia' di per se' elemento di forte selezione), sono tali da far prevedere un possibile fallimento dell'operazione, limitandone fortemente la partecipazione e fornendo cosi' una falsa rappresentazione delle situazioni da sanare che apparirebbero molto meno numerose di quante siano in realta'".
"E' necessario – ammoniscono – che il Governo chiarisca e modifichi una serie di punti per renderlo efficace e piu' equo. Il 'ravvedimento', quindi, dovrebbe innanzitutto riguardare l'Esecutivo, se davvero si vuole che chi e' irregolare sia messo in condizione di 'ravvedersi' a sua volta", concludono le associazioni.