L’Aquila, 8 apr. (Adnkronos) – Sono gli ‘invisibili’, quelli il cui nome da vivi era conosciuto solo da pochi e forse un nome non l’avranno neanche da morti. E’ una tragedia nella tragedia quella degli stranieri regolari e irregolari di cui non si hanno piu’ notizie dalla tremenda scossa delle 3,32 di lunedi’, quando il terremoto ha colpito al cuore l’Aquila e l’Abruzzo. E’ la comunita’ albanese e macedone a pagare il prezzo piu’ alto della tragedia con vittime e dispersi. Un conto, purtroppo ancora provvisorio. La maggior parte degli stranieri nella citta’ delle tende sono muratori macedoni, albanesi e romeni.
In questi giorni si sono letteralmente contati, cercando di avere notizie attraverso i cellulari e rivolgendosi agli operatori del soccorso. Uno di loro ha scritto sulla mano di un bimbo albanese un numero di cellulare, mentre un altro ha perso a San Gregorio la figlia di 13 anni. Altri, raccontando sotto le tende o nei parcheggi trasformati in dormitori, hanno aiutato le persone in difficolta’, mentre equipe di psicologi al lavoro nei campi degli sfollati in queste ore raccolgono il dramma delle famiglie degli immigrati.