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Terrorismo. Più controlli alle frontiere esterne, anche sui cittadini Ue

Screening “sistematici” a tutti i valichi, dati e documenti verranno confrontati con le banche dati. La risposta dei governi europei dopo le stragi di Parigi

 

 

 

Roma – 20 novembre 2015 – Per combattere il terrorismo, l’Europa rafforza i controlli alle frontiere esterne, anche sui cittadini comunitari. Utilizzando più uomini e mezzi e facendo dialogare tutte le sue banche dati, l’Ue vuole essere in grado di identificare chiunque entra, anche perché poi diventa più difficile tracciarne gli spostamenti nell’area Schengen, le cui frontiere interne rimangono aperte. 

È una delle contromisure dopo le stragi di Parigi arrivata oggi dalla riunione straordinaria dei ministri dell’Interno e della Giustizia dell’Ue a Bruxelles. Nelle conclusioni del vertice, gli Stati membri si sono impegnati a “implementare immediatamente i necessari controlli sistematici e coordinati alle frontiere esterne, anche su individui che godono della libertà di movimento”, quindi anche sui cittadini dell’Unione Europea. 

Entro marzo 2016, il sistema di controllo delle frontiere dell’area Schengen verrà rafforzato. Verranno collegati elettronicamente  ai database dell’Interpol tutti i valichi e sarà possibile fare uno screening automatico dei documenti di viaggio. 

A fronte della crisi dei flussi migratori, gli Stati vogliono registrare sistematicamente, anche prendendo le impronte digitali, chiunque entri illegalmente nell’area Schengen, sia migranti che richiedenti asilo. Ci saranno controlli incrociati con tutti i database (SIS II, Interpol, VIS e quelli delle polizie nazionali), con il supporto di Frontex ed Europol. 

Gli hotspot (i centri creati nei luoghi di sbarco, anche in Italia) dovranno essere equipaggiati con la tecnologia necessaria. Europol dispiegherà in suoi uomini negli hotspot per rinforzare i controlli di sicurezza. Se necessario, ai confini esterni arriveranno team di intervento rapido (RABITs) e poliziotti “per assicurare screening sistematici e controlli di sicurezza”. 

La Commissione Europea dovrà inoltre aggiornare la sua proposta sulle frontiere intelligenti (smart borders) con una revisione dello Schengen Borders Code, prevedendo un “controllo sistematico dei cittadini Ue” ai confini esterni. Verrà inclusa la verifica delle informazioni biometriche (foto e impronte) con tutti i database. Dovrà però trovare “soluzioni tecniche per non intralciare la fluidità dei movimenti”. 

 

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