Secondo l’Unhcr le vittime potrebbero essere 700. Venerdì si è inabissata un’imbarcazione con centinaia di persone a bordo: “Era trainata, imbarcava acqua, il capitano ha tagliato il cavo”
Roma – 30 maggio 2016 – Fino a settecento migranti potrebbero essere morti la scorsa settimana nei naufragi al largo della Libia. È il timore dell’Unhcr, l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, timore fondato sulle testimonianze dei superstiti. “La situazione e’ caotica”, ha spiegato Federico Fossi, portavoce dell’Unhcr, “Noi non siamo sicuri delle cifre, ma temiamo che fino a 700 persone siano annegate nei tre naufragi di questa settimana”, 500 delle quali in un unico naufragio.
Circa 500 migranti sono ritenuti dispersi dal naufragio di giovedi’ mattina al largo della Libia a bordo del peschereccio su cui erano stipati. Secondo i superstiti, almeno quaranta bambini – tra i quali dei neonati – figurano tra i dispersi. Un centinaio di altri migranti sono considerati dispersi dal naufragio di un’altra imbarcazione. La marina italiana ha annunciato venerdi’ sera di aver recuperato 45 cadaveri di migranti dopo l’ultimo naufragio avvenuto nel Mediterraneo e il bilancio potrebbe ancora aggravarsi per il gran numero di dispersi. I superstiti, condotti nei porti italiani di Taranto e Pozzallo, hanno dichiarato a Unhcr e all’ong Save the Children che la loro imbarcazione aveva fatto naufragio in alto mare.
Giovanna Di Benedetto, portavoce di Save the Children in Sicilia, ha indicato che e’ impossibile verificare le cifre, ma ha aggiunto che i sopravvissuti hanno raccontato che circa 1.100 persone si erano imbarcate a Sabrata, in Libia, a bordo di due pescherecci e un gommone.
“La prima imbarcazione, che portava 500 persone, trainava la seconda, su cui ce ne erano altrettante”, ha detto, “Ma la seconda imbarcazione ha cominciato a capovolgersi, alcune persone hanno cercato di nuotare fino alla prima, altre si sono aggrappate al cavo che le collegava. Secondo i sopravvissuti, il capitano della prima nave, un sudanese, ha poi tagliato il cavo che, con cedendo, ha tranciato la gola a un migrante. La seconda imbafrcazione e’ affondata rapidamente”. Il capitano sudanese e’ stato arrestato al suo arrivo a Pozzallo con altri tre sospetti trafficanti.