"L’Europa deve parlare con una sola voce" ROMA, 16 dicembre 2008 – L’immigrazione clandestina non si arresta sulle coste sud dell’Europa ed è ormai chiaro che si tratta di un fenomeno comune che non può essere delegato ai singoli Stati: occorre quindi al più presto un Accordo tra l’Unione europea e la Libia.
Le forme ed i modi del controllo dei flussi migratori sono uno dei punti forti al centro della riunione dei dieci Paesi mediterranei della Ue che si sta svolgendo a Taormina dove è emerso con chiarezza che già nel 2009 l’Unione europea dovrà affrontare il nodo immigrazione.
Uno degli obiettivi di questo foro informale di discussione, ha spiegato il ministro degli Esteri Franco Frattini, è proprio quello di concordare una posizione comune di questi dieci Paesi ("Olive Group", composto da Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Grecia, Malta, Cipro, Romania, Bulgaria e Slovenia) da portare con forza all’attenzione delle prossime presidenze di turno della Ue, quella ceca e, quindi, quella slovena.
"Vogliamo raggiungere un’intesa politica e rendere chiaro che la dimensione mediterranea deve rimanere nell’agenda politica dell’Unione e quindi chiediamo alle prossime presidenze di turno del 2009 di non dimenticare il Mediterraneo", ha detto il titolare della Farnesina dopo la prima giornata di lavori. All’interno delle tematiche mediterranee centrale resta il dossier dell’immigrazione clandestina: "l’Europa deve parlare con una sola voce e c’é oggi la necessità di negoziare con la Libia un accordo Europeo perché – ha sottolineato Frattini – non basta più un accordo bilaterale tra Roma e Tripoli".
Completamente d’accordo con la posizione italiana si è detto il segretario di Stato spagnolo, Diego Lopez Garrido: "dobbiamo costruire una strategia mediterranea, abbiamo la necessità di rilanciarla con una visione strategica e strutturata. E soprattutto dobbiamo creare un equilibrio tra le politiche di attenzione nei confronti dell’Est Europa ed il sud-Europa". D’altronde l’immigrazione resta un tema caldo in Italia, nonostante la brutta stagione abbia rallentato il flusso di barconi tra l’Africa del nord, principalmente dalla Libia, e la sponda sud dell’Europa.