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Ue: giro di vite sul rimpatrio dei clandestini

La nuova direttiva europea verrà esaminata domani dal Comitato dei rappresentanti permanenti dell’Ue BRUXELLES, 6 maggio 2008 – Sul fronte del rimpatrio degli immigrati clandestini l’Unione europea è pronta ad adottare una linea più dura: il periodo massimo di detenzione per i cittadini extracomunitari colti senza permesso di soggiorno, infatti, potrà essere esteso fino a sei mesi (in Italia oggi con la legge Bossi-Fini non si può andare oltre i due mesi), che potranno diventare 18 in casi particolari. Inoltre, l’immigrato espulso non potrà rientrare in Europa prima di cinque anni.

Questo è quanto prevede il compromesso raggiunto dieci giorni fa da Consiglio, Commissione e Parlamento europei. Compromesso che domani verrà esaminato dal Comitato dei rappresentanti permanenti dell’Ue (Coreper). E se quest’ultimo darà il via libera all’accordo, la nuova direttiva potrebbe vedere definitivamente la luce il prossimo giugno, col voto finale dell’Europarlamento.

Ma il dibattito tra i gruppi parlamentari e all’interno degli stessi gruppi si preannuncia molto animato. Perché se da un lato il Ppe – gruppo a cui appartiene il relatore del provvedimento, Weber – appare compatto, appoggiando in linea di massima l’intesa raggiunta dai rappresentanti delle tre istituzioni europee, dall’altro nel Pse e tra i Verdi molti sono gli eurodeputati che puntano i piedi, soprattutto quelli francesi. Chiara la loro contrarietà ad un giro di vite sul rimpatrio degli extracomunitari irregolari che fin dall’inizio della sua presidenza è stato uno dei cavalli di battaglia di Nikolas Sarkozy, alle prese col dilagante fenomeno dei cosiddetti sans-papiers. E l’Eliseo potrebbe trovare una sponda anche nel nuovo governo italiano che sarà guidato da Silvio Berlusconi, in opposizione a quei Paesi – vedi la Spagna di Luis Zapatero – che fino ad oggi hanno optato per una linea più garantista.

Questi i punti principali del testo che mercoledì sarà all’esame del Coreper.
CONDIZIONI PER LA DETENZIONE
Gli Stati membri potranno tenere in stato di fermo cittadini extracomunitari senza regolare permesso di soggiorno "solo nei casi in cui non possono essere efficacemente applicate misure meno coercitive". La detenzione dovrà quindi essere predisposta, da autorità giudiziarie o amministrative, "in forma scritta" e accompagnata da "motivazioni giuridiche e di fatto". La misura restrittiva dovrà inoltre essere "rivista a intervalli ragionevoli".

DURATA DELLA DETENZIONE
Attualmente si va dai 32 giorni della Francia, ai 40 della Spagna, ai 60 dell’Italia, fino ai 18 mesi della Germania. Mentre la durata della detenzione è illimitata nel Regno Unito, in Olanda, Danimarca e Svezia. L’ultima bozza di direttiva prevede che "ogni Stato membro deve fissare il periodo massimo di detenzione, che non può eccedere i sei mesi. Questo periodo non potrà essere esteso, se non per un tempo limitato di ulteriori 12 mesi in presenza di mancata cooperazione da parte dell’extracomunitario interessato oppure a causa di ritardi nell’ottenimento dei documenti necessari da parte di Paesi terzi".

FERMO DEI MINORI
La bozza della direttiva prevede anche la possibilità di fermare i minori clandestini non accompagnati e il divieto per gli extracomunitari espulsi di rientrare in Europa prima di cinque anni.

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