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Ue. Maroni: “Frontex non basta”

"L’Agenzia europea rischia di diventare un carrozzone". "Intensificare rimpatri assistiti" Roma – 18 maggio 2010 – "Come molte altre strutture  europee, Frontex rischia di diventare un eurocarrozzone". E’ il parere del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, sul futuro dell’Agenzia  europea per la gestione della cooperazione internazionale alle  frontiere esterne dell’Ue. Maroni era oggi alla Camera per  un’audizione davanti alle Commissioni congiunte Affari Costituzionali  e Politiche europee, proprio sul tema dell’immigrazione e della  cooperazione a livello europeo.

Maroni, riguardo a Frontex, ha parlato di "una inarrestabile  tendenza a impiegare risorse per le spese amministrative e non per  quelle operative". Il titolare del Viminale ha citato alcuni dati,  sostenendo che dal bilancio 2008 a quello previsto per il 2011, il  budget di Frontex e’ passato da 71,2 a 88,2 milioni di euro, ma che la percentuale per le spese amministrative e’ a sua volta passata da 19,8 milioni nel 2008 (27%), a 36 milioni per il 2011 (41%), con una  riduzione di quelle per le spese operative dal 73% al 59%.

A fronte di questo rischio, "che noi paventiamo", ha detto  Maroni, l’Italia ha chiesto che Frontex "diventi una struttura  veramente operativa", non solo con compiti di controllo dei confini  terrestri e marittimi dell’Unione, ma che si faccia carico anche dei  voli di rimpatrio degli immigrati clandestini e della gestione dei  centri di identificazione ed espulsione. A tale scopo, ha spiegato  Maroni, l’Italia ha chiesto alla Ue l’istituzione di Cie europei e, in materia di richiedenti asilo, "un sistema europeo", che sostenga i  costi e provveda ad uniformare le normative dei vari Stati membri. 

Nel corso del suo intervento, Maroni ha ribadito  il suo giudizio critico sull’Agenzia, ritenendo che l’apporto di  Frontex alle attivita’ di contrasto all’immigrazione clandestina, "non puo’ considerarsi sufficiente". Frontex, ha detto Maroni, "non svolge  in realta’ compiti di natura operativa, demandandoli agli Stati  membri" e spiegando che "l’Italia ha sollevato la questione".

Maroni ha poi illustrato la proposta italiana di riforma  dell’Agenzia, tendente a trasformare Frontex in "un efficace strumento per il controllo delle frontiere comuni". Proposta che si articola su  tre punti principali:introdurre il concetto di operazioni congiunte;  conferire maggiore efficacia alla cooperazione di Frontex con i Paesi  terzi di origine e trasito dell’immigrazione clandestina; definire i  meccanismi di cooperazione tra Frontex e gli Stati membri. Un  processo, ha detto Maroni, destinato a concludersi con la creazione di una "polizia di frontiera europea".

Tra i dati illustrati dal ministro, quelli relativi ai rimpatri  di immigrati clandestini effettuati nel 2009. Quelli volontari, i  cosiddetti rimpatri assistiti, sono stati 228, a fronte degli oltre  18mila non volontari. Quella dei rimpatri volontari, ha detto Maroni,  "puo’ essere una strada da intensificare". A tale riguardo, ha  aggiunto, "stiamo lavorando per evitare che il reato di immigrazione  clandestina possa diventare un ostacolo". Infine, Maroni ha sostenuto  che "l’Itaia e’ all’avanguardia" in materia di valutazione delle  richieste di asilo, che vengono giudicate "in meno di sei mesi,  ampiamente al di sotto della media europea".

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