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Ue-Med: giro di vite sui passaporti falsi

Presto provvedimenti più severi per contrastare il fenomeno BRUXELLES, 1 ottobre 2008 – Il flusso di clandestini che dalla sponda Sud del Mediterraneo arriva in Europa sempre più corposo va contrastato con provvedimenti mirati.

E’ quanto ha deciso il primo gruppo di lavoro Ue-Med sull’immigrazione che da Bruxelles ha annunciato un giro di vite sui passaporti falsi, spina nel fianco delle autorità alle frontiere europee.

Il gruppo incaricato da Bruxelles di affrontare i diversi aspetti dell’immigrazione illegale, composto da rappresentanti degli Stati membri della Ue e da quelli della sponda Sud, non ha perso tempo e al suo debutto ha lanciato un’offensiva contro i documenti falsi. Tanti, troppi i clandestini che la fanno franca alle frontiere esibendo un regolare documento, ma nascosti dietro un’identità che non è la propria: "Il fenomeno dei passaporti in prestito è più frequente di quanto si pensi", ha detto Franc Paul, esperto della Commissione Ue sulle frodi, secondo quanto si legge nel resoconto della riunione.

E’ così che riescono a viaggiare più persone con lo stesso documento, spiega Paul: "Il titolare del documento lo presta, spesso a pagamento, ad un suo connazionale che lo usa per giungere in un Paese Ue. Una volta raggiunta la meta, con un corriere espresso lo rimanda al proprietario che potrà nuovamente prestarlo ampliando a macchia d’olio il suo giro d’affari".

Un’operazione possibile grazie alla difficoltà per gli europei di distinguere con chiarezza i tratti somatici di cittadini asiatici o dei neri d’Africa. Molto diffusa anche la falsificazione dei documenti ("una pratica molto semplice soprattutto utilizzano carte d’identità scadute", secondo Paul) grazie ai quali i clandestini si costruiscono diverse identità. La soluzione, per gli esperti di Bruxelles, è passare ai passaporti biometrici (che contengono impronte digitali e scansione dell’iride) non più costosi come un tempo ma "dieci volte più economici di cinque anni fa".

Il gruppo di lavoro sull’immigrazione, che nelle prossime riunioni affronterà temi come la gestione delle frontiere e le politiche di rimpatrio, ha ricordato anche diversi esempi ‘virtuosi’ di cooperazione tra le due sponde. C’é l’accordo Spagna-Marocco per un gruppo di lavoro che tiene sotto controllo costante i flussi e affronta tutte le questioni legate all’immigrazione. Anche la Tunisia ha siglato una serie di intese bilaterali con alcuni Paesi Ue per gestire la domanda e l’offerta di lavoro e favorire l’inserimento degli immigrati nei programmi di lavoro stagionali. La cooperazione internazionale è fondamentale per gli esperti: "La Libia considera fratelli tutti gli arabi e consente loro di entrare e rimanere nel proprio territorio senza problemi", ha precisato Casado Lopez, vicedirettore generale spagnolo per la Giustizia e gli Affari Interni. Per Lopez "finché Tripoli continuerà a dare il via libera a tutti, i flussi migratori dalla Libia continueranno".

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