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Ue. “Flussi dalla Libia vanno affrontati a livello europeo”

Le conclusioni del vertice dei ministri degli esteri. "Rafforzare cooperazione con il governo di Tripoli"

Roma – 19 novembre 2013 – Per affrontare l’immigrazione regolare "serve un approccio complessivo" dell’Ue e "la Libia gioca un ruolo importante".

È quanto si legge nelle conclusioni del Consiglio europeo dei ministeri degli esteri, che si sono riuniti ieri a Bruxelles. Il documento ha un passaggio dedicato al Paese nordafricano dal quale parte buona parte dei barconi diretti in Italia.

"Condizioni stabili e sicure – spiega – sono cruciali per assicurare flussi migratori ben gestiti e per proteggere i diritti fondamentali dei migranti. L’Ue è impegnata a rafforzare la cooperazione e l’assistenza al governo libico per migliorare la capacità libica di gestire le sicurezza di tutti i suoi confini e combattere i trafficanti di uomini, il contrabbando di beni e di uomini e nella lotta al terrorismo”.

Una delle risposte, scrivono i ministri degli esteri, sarà  l’EU Border Assistance Mission (EUBAM Libya), che servirà  formare le capacità delle autorità di frontiere libiche. L’Ue crede anche che sia essenziale “una cooperazione più forte con i paesi limitrofi”.

Nelle conclusioni si parla anche della cooperazione su immigrazione e asilo tra Unione Europea e Tunisia, che prevede canali e quote di ingresso regolari a fronte del contrasto dei flussi clandestini. "I negoziati per un Partenariato per la mobilità Ue-Tunisia sono allo stadio finale e le procedure interne sono state avviate in vista della firma imminente".

Più in generale, i ministri hanno parlato di immigrazione durante il pranzo, limitandosi però a ribadire le conclusioni del consiglio europeo del 24 e 25 ottobre, in particolare la necessità di un rafforzamento della cooperazione con i Paesi di origine e di transito. Citano poi la task force per il Mediterraneo guidata dalla Commissione Europea che sta individuando le azioni prioritarie e rimandano al consiglio europeo di giugno 2014 per gli intervendi a medio e lungo termine.

"È iniziato un lavoro che non è archiviato" ha commentato il ministro degli Esteri italiano, Emma Bonino, sottolineando che una decisione sul da farsi ieri non è arrivata, "ma era previsto".

"C'e' la consapevolezza che del fatto che tutta la sponda sud del Mediterraneo ponga una questione di instabilità che non può essere gestita solo da Malta e Italia" ha aggiunto al titolare della Farnesina. Il lavoro adesso prosegue, per cercare di capire come procedere, se attraverso un rafforzamento di Frontex, l'agenzia europea per il coordinamento delle politiche di controllo delle frontiere, o se attraverso un'operazione simile alla missione 'Atalanta' per il contrasto alla pirateria nel corno d'Africa.

"La questione verrà approfondita così da arrivare ad un accordo per il Consiglio europeo di dicembre" ha concluso Bonino.
 

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