Save the children: "Soddisfazione per le conclusioni adottate dal Consiglio" Roma, 4 giugno 2010 – Piu’ protezione per gli immigrati minorenni che cercano rifugio nei Paesi Ue.
La richiesta arriva dai ministri degli Interni della Ue che intendono elevare gli standard di accoglienza dei Paesi membri, suggerendo tra l’altro un limite di sei mesi, non vincolante, per decidere sull’accoglienza o meno del minore.
Il principio su cui si devono basare le autorita’ nazionali, spiegano i ministri nelle conclusioni adottate ieri, e’ quello del miglior interesse per il minore. Possono quindi decidere di rimandare il minore nel suo Paese d’origine, ma devono valutare caso per caso e rimandarlo indietro solo e’ davvero nel suo interesse. In alternativa, le autorita’ possono concedergli lo status di rifugiato o altra forma di protezione e provvedere al suo inserimento nella societa’.
L’associazione Save the Children esprime soddisfazione per il fatto che il Consiglio dei ministri dell’Unione Europea, attraverso le conclusioni adottate, abbia sostenuto "un approccio comune da parte della Ue nella protezione dei minori stranieri non accompagnati, previsto nel Piano d’Azione dell’Unione Europea sui minori stranieri non accompagnati.
Tale Piano d’Azione – prosegue Save the Children – rappresenta una reale opportunita’ per migliorare la protezione e l’assistenza per i minori stranieri non accompagnati, che si trovano sul suo territorio, per identificare soluzioni di lungo periodo nel superiore interesse di ciascun minore e per prevenire la tratta e la migrazione non sicura".
Da alcuni anni, infatti, Save the Children si e’ battuta "perche’ l’Unione adottasse un approccio olistico e coerente alla questione dei minori stranieri non accompagnati, prevedendo delle misure orizzontali tese a garantire i diritti e la protezione di tutti questi minori, a prescindere dalla valutazione dello status migratorio e delle condizioni specifiche di ognuno di loro (asilo, tratta, migranti economici ecc.)".
Desta tuttavia preoccupazione, secondo l’Organizzazione, la raccomandazione "formulata dal Consiglio oggi di sostenere la possibilita’ per gli Stati Membri di rimpatriare minori stranieri non accompagnati verso centri di accoglienza nei Paesi di origine, nel caso in cui non siano riusciti a rintracciarne la famiglia. Anche se questa soluzione appare a prima vista semplice e allettante, tali centri pongono rischi notevoli per l’incolumita’ e la protezione di questi minori, oltre ad una serie di problemi di natura pratica".
La maggior parte degli Stati Membri della Ue e’ infatti consapevole di quanto "sistemi di protezione dell’infanzia e dell’adolescenza efficaci e articolati siano necessari per la cura e la protezione dei minori, che risiedono nei loro territori. Essi sono altrettanto consapevoli delle conseguenze devastanti che il mancato funzionamento di tali sistemi di protezione avrebbe. Non si comprende, dunque, quale ruolo l’Ue intenda assumere qualora sostenesse la creazione di centri per minori rimpatriati dall’Europa verso Paesi terzi nei quali non esistono, invece, sistemi di protezione dell’infanzia efficienti. Molti di questi minori provengono da Stati tormentati da conflitti armati o altri disordini interni, altri possono essere vittime di tratta o aver viaggiato verso l’Europa per sfuggire a condizioni di estrema poverta’".
Rimpatriati in tali contesti, senza adeguate forme di protezione e reali opportunita’ di reintegrazione, vi e’ "un rischio notevole che tali minori spariscano dai centri di accoglienza, intraprendano nuovi viaggi pericolosi verso l’Europa, o divengano vittime di tratta e sfruttamento -sostiene Save the Children- In quanto parti della Convenzione europea per i diritti umani e della Convenzione sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, tutti gli Stati Membri dell’Unione Europea hanno l’obbligo di garantire speciale protezione ai minori privati del proprio ambiente familiare, di adottare ogni decisione circa il rimpatrio di ciascun minore sulla base di una valutazione accurata e trasparente del suo superiore interesse, e di evitare il rimpatrio di bambini verso luoghi nei quali la loro sicurezza e il loro benessere sarebbe a rischio".
Save the Children continuera’ a impegnarsi "per assicurare che il Piano d’Azione venga implementato nel pieno rispetto dei diritti dei quali i minori stranieri non accompagnati sono titolari in Ue, al pari di qualsiasi altro minore, e affinche’ il superiore interesse di ciascun minore rimanga il punto di partenza principale per l’identificazione di qualsiasi soluzione di lungo termine, anche nell’ipotesi di un rimpatrio".