Roma, 17 aprile 2025 – Cambiano le regole per l’immigrazione nell’Unione Europea. La Commissione europea ha presentato una nuova proposta per rafforzare il controllo sui flussi migratori, anticipando l’attuazione di alcune misure chiave del Patto sulla migrazione che, secondo il calendario ufficiale, entreranno in vigore soltanto nel giugno 2026. L’obiettivo: aiutare gli Stati membri a gestire meglio le domande di asilo, oggi in forte arretrato, con strumenti più rapidi ed efficaci.
Tra le novità più rilevanti figura la creazione di una lista comune di “Paesi di origine sicuri”, valida per tutti i 27 Stati membri. Nell’elenco figurano, tra gli altri, Egitto, Bangladesh, Tunisia, Colombia, Kosovo, India e Marocco. I Paesi candidati all’ingresso nell’UE – come la Turchia – saranno considerati “sicuri” a meno che non siano coinvolti in situazioni di conflitto armato o sanzioni internazionali.
Questa classificazione consentirà agli Stati membri di applicare procedure di frontiera o accelerate per le richieste d’asilo provenienti da cittadini di questi Paesi, soprattutto quando le statistiche indicano un tasso medio di accoglimento inferiore al 20%. Una misura che, secondo Bruxelles, permetterà di velocizzare i rimpatri dei richiedenti con scarso diritto alla protezione.
In parallelo, sarà garantita una maggiore flessibilità per gli Stati nella definizione delle proprie liste nazionali, che potranno includere o escludere determinate regioni o categorie specifiche di persone, a patto di rispettare i criteri comuni stabiliti dal Patto europeo.
Il provvedimento è stato accolto con entusiasmo dal governo italiano. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha espresso “grande soddisfazione”, definendo la proposta “una conferma della bontà della linea seguita dall’Italia in questi anni”, sottolineando come le procedure accelerate fossero già previste dal Protocollo Italia-Albania. A tal proposito, fonti del Viminale hanno riferito di piccoli disordini nel centro di accoglienza albanese di Gjader, subito rientrati nella normalità.
Il Commissario europeo per gli Affari Interni, Magnus Brunner, ha spiegato che l’intento è quello di sfruttare ogni margine per accelerare l’applicazione delle misure: “Abbiamo poco più di un anno prima dell’entrata in vigore completa del Patto, ma dove possiamo andare più veloci, dovremmo farlo. I ritardi nelle decisioni sulle domande d’asilo sono un problema reale per molti Stati membri”.
La proposta della Commissione dovrà ora essere esaminata dal Consiglio e dal Parlamento europeo, e non è scontato che venga approvata senza modifiche. Intanto, diverse organizzazioni non governative hanno già espresso preoccupazione per il rischio di un’eccessiva discrezionalità da parte degli Stati e per l’impatto che queste nuove regole potrebbero avere sui diritti fondamentali dei migranti.