Individuati lo scorso anno 13.087 lavoratori stranieri irregolari nelle 342.363 imprese controllate ROMA, 16 luglio 2008 – Nel 2007, secondo i dati del ministero del Welfare, sono state controllate 342.363 aziende, e di queste ben il 63,7% sono incappate in rilievi di irregolarità, con un aumento, in un anno, del 20,4%.
E’ quanto ricorda Guglielmo Loy, segretario confederale della Uil, sottolineando che "quando un Paese sopporta che il lavoro irregolare, o totalmente sommerso, sia la norma e non una eccezione da rigettare, c’é da preoccuparsi".
Ancor più eclatante – spiega Loy – il dato dei lavoratori irregolari, 276.275, di cui totalmente in nero il 50,9%, pari a 140.555. Una vera e propria bomba sociale è la questione del lavoro immigrato: 13.087 sono i lavoratori immigrati irregolari individuati nelle aziende controllate, di cui ben 3.844 che lavoravano senza permesso di soggiorno.
"Di fronte a questi numeri non si può rispondere solo con un processo di semplificazione amministrativa per le aziende – afferma il dirigente sindacale – ma anche, e soprattutto, con politiche di dissuasione, repressione, controllo e di emersione e, soprattutto, coordinate tra Centro e periferia, tra gli stessi organi di vigilanza, e con investimenti a sostegno delle amministrazioni vigilanti (Inps, Inail, ispettorati del Lavoro e Carabinieri): ricordiamo sempre che sono solo 6.463 gli ispettori sul campo. Se si considera che le aziende iscritte all’Inps, con dipendenti, sono circa 1.800.000, ne emerge che il rapporto tra imprese e ispettori è di 1 a 278 e il risultato è scontato: la probabilità di incappare in un controllo è sostanzialmente inesistente".
"Ci aspettiamo da Governo e Parlamento azioni concrete e durature – conclude Loy – per dare un segnale di legalità a garanzia dei lavoratori e delle imprese sane: anche con una campagna di comunicazione con la quale si faccia capire che la furbizia non è una virtù ma una fregatura per chi rispetta regole, norme e leggi".