in

Un nuovo fegato per Rozalia, in Italia senza permesso

Aveva rischiato di essere rimandata in Ucraina. Trapianto a Milano dopo la mobilitazione promossa da  Croce Rossa e Gruppo EveryOne

Roma – 6 giugno 2011 – “È con immensa gioia e gratitudine verso tutti coloro che si sono prodigati per una risoluzione positiva della vicenda che annunciamo che Rozalia T., 28enne ucraina gravemente malata e assistita dalla Croce Rossa e dal Gruppo EveryOne, ha finalmente potuto beneficiare in Italia del trapianto del fegato, che le ha restituito la vita”.

Così Mirko Damasco – Commissario Provinciale Croce Rossa Italiana di Monza e della Brianza – e i co-presidenti dell’organizzazione umanitaria EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau.
Rozalia, la cui famiglia è in Italia da tanti anni, era giunta nel nostro paese  l’11 dicembre scorso con un permesso temporaneo perché gravemente malata, per tentare di curarsi. Ricoverata d’urgenza al San Raffaele, una volta appurato che l’unica soluzione sarebbe stata un trapianto di fegato, si era deciso per il rimpatrio perché non era ritenuto possibile inserirla in lista trapianti, perché la Questura di Monza non aveva espresso parere favorevole al rinnovo del permesso e la famiglia di Rozalia non aveva un reddito sufficiente a poter sostenere le cure ospedaliere.

A quel punto, quando ormai Rozalia  era in fase di dimissione, la famiglia aveva contattato la sezione provinciale della Croce Rossa di Monza e della Brianza e il Gruppo EveryOne, che avevano denunciato pubblicamente la vicenda. Tramite diversi canali istituzionali, prontamente intervenuti, e con la collaborazione del Ministero della Salute e del Centro Nazionale Trapianti, la giovane donna era stata finalmente inserita in lista per il trapianto, viste le sue gravi condizioni generali.

“Il Gruppo EveryOne e la Croce Rossa Italiana hanno operato insieme, superando difficoltà apparentemente insormontabili, inseguendo un sogno di giustizia e umanità, fino a raggiungere un risultato apparentemente impossibile” ricordano gli operatori umanitari.

“Ora che a Rozalia è stato garantito il diritto alla salute e a una nuova vita, non ci rimane che ringraziare, oltre che i familiari del donatore, i sanitari delle due strutture ospedaliere che hanno reso possibile l’intervento, nonché il Ministro della Salute Fazio e il senatore Marino, chirurgo dei trapianti e Presidente della Commissione d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, che subito si sono attivati perché la paziente, sulla base dell’articolo 32 della Costituzione, beneficiasse di tutte le cure necessarie”.

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Silvio Berlusconi denunciato per istigazione all’odio razziale

Flussi. Maroni: “Basta limiti numerici, entra chi ha un contratto”