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Una Lega tutta nuova ricomincia da Salvini

Le sparate razziste degli ultimi giorni sono il Carroccio 2.0?  Anche i rinnovati vertici del partito hanno più di qualche scheletro nell’armadio

 

Roma – 5 giugno 2012 – Uno grida all’ invasione delle tendopoli dei terremotati da parte di migliaia di clandestini arrivati a frotte dal resto d’Italia, l’altro scrive che il cadavere di una donna indiana uccisa dal marito inquina il sacro Po, poi c’è quello che considera il matrimonio di una figlia con un marocchino una disgrazia tremenda. La Lega Nord avrà pure un nuovo corso, ma le sparate dei leghisti negli ultimi giorni non sembrano affatto nuove.

Si dirà che Rainieri, Dordolo e Polledri non contano poi così tanto nel movimento fondato da Umberto Bossi. E allora uno prova a guardare alla rinnovata leadership, a quei barbari sognanti che dovrebbe far risorgere il partito dal calo di consensi in cui l’hanno precipitato gli scandali degli ultimi mesi e forse anche le alleanze degli ultimi anni. Cerchi e chi trovi? Roberto Maroni, Flavio Tosi e, rullo di tamburi, Matteo Salvini.

Quel Maroni quasi segretario federale non è lo stesso che da ministro dell’Interno diceva che con i clandestini bisogna essere “cattivi”? Quello che passò dalle parole ai fatti con i respingimenti in mare e il pacchetto sicurezza, tra aggravanti di clandestinità e divieti di matrimonio incostituzionali, inutili reati di ingresso illegale e una buona dose di complicazioni anche per i regolari, come il sistema a punti e la nuova tassa sui permessi di soggiorno?

Al suo fianco c’è un Flavio Tosi santificato dalla riconferma a sindaco di Verona e appena eletto segretario della Liga veneta. Il Tosi al quale nel 2009 la Cassazione ha confermato una condanna per aver propagandato idee razziste durante una raccolta firme contro un campo nomadi, lo stesso leghista che voleva far salire gli immigrati sui bus solo dalla porta anteriore, “per controllare – spiegò – più facilmente i loro biglietti”.

Salvini, anche lui fresco di nomina come segretario della Lega Lombarda, sui trasporti pubblici aveva un’idea ancora più manichea del collega veronese: propose vagoni della metro “per soli milanesi”. Non ce l’aveva, evidentemente, solo con i passeggeri stranieri se qualche tempo dopo a Pontida si fece riprendere mentre cantava fiero “Senti che puzza, scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani…”.

Parlano di Lega 2.0. Ed è vero che solo gli stupidi non cambiano idea. Il problema, però, è che a qualcuno potrebbe sembrare stupido cambiare idee cattive, ma convenienti. Come ha ammesso lo stesso Maroni, la Lega Nord col razzismo “un po’ ci ha marciato, quando si è capito che un certo atteggiamento garantiva consenso”. Un discorso che, mentre riparte la caccia disperata al consenso, rischia di essere ancora pericolosamente valido.

Elvio Pasca

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