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Unicef: “Bambini immigrati svantaggiati rispetto autoctoni nei Paesi ricchi”

I dati del rapporto pubblicato oggi dall’Unicef Innocenti Research Centre di Firenze Roma, 22 ottobre 2009 – Molti bambini e adolescenti immigrati, in otto paesi ricchi, si trovano in situazioni di svantaggio rispetto ai bambini e ai ragazzi autoctoni.

E’ il dato che emerge dal rapporto "I bambini di famiglie immigrate in otto paesi ricchi" pubblicato oggi dall’Unicef Innocenti Research Centre di Firenze. Il rapporto presenta, per la prima volta, dati comparabili a livello internazionale riguardanti la composizione e le condizioni di vita delle famiglie dei bambini immigrati in otto paesi industrializzati: Australia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti.

"Nonostante le differenze culturali, religiose, linguistiche ed etniche, i bambini, figli di immigrati, presentano spesso situazioni simili ai loro coetanei autoctoni, per quanto riguarda la composizione della famiglia e la condizione lavorativa dei genitori, ma spesso affrontano sfide educative ed economiche maggiori e tassi di poverta’ piu’ alti", afferma il professor Donald Hernandez, autore dello studio ed esperto di politiche sociali. Secondo il rapporto, il benessere di questi bambini e adolescenti, in particolar modo di coloro che provengono da paesi a basso e medio reddito, e’ compromesso in molti ambiti, tra cui la sanita’, l’istruzione, la sicurezza economica e abitativa e le opportunita’ lavorative.

I bambini, figli di immigrati, rappresentano una percentuale significativa del totale di tutti i bambini che risiedono nei paesi presi in esame nello studio. Tuttavia, si sa molto poco sulle loro condizioni di vita. I bambini, figli di immigrati, sono ben lontani dal rappresentare una popolazione omogenea. In alcuni casi i loro profili familiari non sono dissimili da quelli degli altri bambini del paese in cui risiedono. In molti dei paesi esaminati nel rapporto, la maggior parte dei bambini di famiglie immigrate vivono con entrambi i genitori, ed e’ molto piu’ probabile, rispetto ai bambini autoctoni, che vivano in nuclei con due o piu’ fratelli. Un bambino su dieci ha almeno un genitore che ha ottenuto la cittadinanza nel paese d’accoglienza. I genitori di molti bambini immigrati, provenienti dai paesi a basso e medio reddito, hanno un livello di istruzione limitato, ma in alcuni casi, hanno piu’ probabilita’, rispetto ai bambini autoctoni, di vivere con genitori con un’istruzione universitaria.

Nella meta’ dei paesi esaminati, la partecipazione alla forza lavoro dei padri immigrati e’ molto simile a quella dei padri autoctoni. Nell’altra meta’ questo dato e’ invece inferiore. Il rapporto indica che l’accesso all’istruzione da parte degli adolescenti immigrati risente del rischio di evasione scolastica e che i loro risultati a scuola o nel mondo del lavoro dipendono anche dal loro paese di origine. I bambini nelle famiglie di immigrati di oggi diventeranno, nei prossimi anni, sempre piu’ importanti come lavoratori, elettori e genitori. La loro integrazione e la loro inclusione sociale influira’ sul futuro dei paesi ospitanti. "Promuovere l’integrazione e l’inclusione sociale apportera’ benefici non soltanto ai bambini e ai genitori immigrati", dice David Parker, Vice Direttore dell’Unicef Innocenti Research Centre "ma anche i paesi in cui le famiglie di immigrati hanno scelto di vivere".

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