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Unioncamere: “Quasi mezzo milione di imprese di immigrati”

Lo scorso anno sono cresciute quasi del 5%, mentre l’imprenditoria italiana era ferma. Dardanello: “Un vantaggio per tutti, ma bisogna far emergere l’illegalità”

Roma, 21 marzo 2014 – Sono quasi mezzo milione le “imprese degli immigrati”, ditte individuali con il titolare nato all’estero o società di persone o capitali dove a non essere nati in Italia sono la maggioranza dei soci. E i tassi di crescita più consistenti, lo scorso anno, si sono registrati nelle province di Napoli, Roma, Monza e Milano.

A diffondere i nuovi dati è Unioncamere, che parla di un “un esercito quasi invincibile”. Le 497.080 imprese straniere, di cui 384.318 guidate da cittadini stranieri extra UE, si sono espanse a un ritmo di gran lunga superiore a quello del totale delle imprese (+4,88% nel 2013 a fronte del +0,21% del totale), e, aumentando di 23.285 unità, hanno consentito di mantenere in campo positivo il bilancio anagrafico di tutto il sistema imprenditoriale italiano (cresciuto, nello stesso periodo, di sole 12.681 posizioni).  

Alla fine del 2013, sono tre le regioni nelle quali oltre un imprenditore su 10 è un cittadino di origine straniera (Toscana, 11,67%; Liguria, 10,51%; Friuli Venezia-Giulia, 10,15%) e 14 le province in sui l’imprenditoria straniera supera il 10% del totale del tessuto produttivo locale, con Prato (24,40%), Firenze (14,13%) e Trieste (13,69%) che guidano saldamente la classifica. In termini di dinamica, però, le province che hanno registrato i tassi di crescita più elevati sono state Napoli (+15,25%), Roma (+9,49%), Monza e Brianza (+8,32%) e Milano (+7,69%).

Se in valori assoluti le attività più presidiate sono quelle del commercio (dove le imprese a guida straniera sono 175.213) e delle costruzioni (126.175), in termini di dinamica il 2013 ha visto un notevole incremento soprattutto delle imprese di Noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (+3.043 imprese pari al +14,84%).

Sotto il profilo della struttura organizzativa si conferma la straordinaria prevalenza di imprese individuali (400.583), sebbene anche nell’universo straniero si rafforzi la tendenza a un incremento delle società di capitali (aumentate del 7,70% nel 2013). Quanto alla provenienza degli imprenditori – con riferimento le sole imprese individuali  – il paese leader resta il Marocco, da cui provengono 61.177 titolari. Nel 2013, tuttavia, la Romania (46.029) sottrae la medaglia d’argento alla Cina (45.043). Gli incrementi più forti registrati nel 2013 hanno però riguardato in termini assoluti il Bangladesh (+3.576 imprese).

“Siamo in presenza di una completa affermazione all’interno della nostra società del fenomeno ‘stranieri’, che può contare sia sulle tante imprese guidate da immigrati, sia su un vasto bacino della forza lavoro impiegata all’interno del nostro sistema produttivo, a tutto vantaggio anche dell’integrazione sociale”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello.

“Una forza occupazionale complessiva – aggiunge – che fornisce un apporto determinante alla produzione economica del nostro Paese, come emerge dalle stime di Unioncamere sul valore aggiunto derivante dall’attività degli occupati stranieri, che, nel 2011, ha raggiunto una incidenza del 12,8%, pari a 178,5 miliardi di euro in termini nominali. Un contributo che occorre ulteriormente valorizzare anche facendo emergere quelle “sacche di illegalità” che rischiano di mettere in ombra i tanti stranieri che onestamente e con passione concorrono allo sviluppo del Sistema Italia”.
 

Scarica i dati di Unioncamere sulle imprese degli immigrati
 

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