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Unione europea: sì al patto sull’immigrazione

Regolarizzazioni caso per caso per motivi umanitari o economici. L’ok dei ministri dell’Interno Roma – 8 luglio 2008 – Il patto europeo sull’immigrazione e l’asilo, proposto dalla presidenza francese, ha avuto ieri il via libera dei ministri dell’Interno Ue, riuniti a Cannes per un consiglio informale. Pugno duro contro i clandestini, quindi, ma anche governo dei flussi legali, considerati un contributo alla crescita economica. E regolarizzazioni solo ad personam, per motivi umanitari o economici.

Il patto
"L’ipotesi di una immigrazione zero sembra irrealistica e pericolosa", recita il Patto, riconoscendo che "le migrazioni contribuiscono alla crescita economica dell’Unione Europea e degli Stati che ne hanno bisogno per la loro situazione demografica e per il loro mercato del lavoro". Ma sottolinea anche che "la Ue non ha mezzi per accogliere degnamente tutti gli immigrati alla ricerca di una vita migliore" e che "una immigrazione mal controllata può attentare alla coesione sociale dei paesi di accoglienza".

Il testo conclusivo impegna i 27 a "limitarsi a regolarizzazioni caso per caso e non generali, quadro delle legislazioni nazionali, per motivi di carattere umanitario od economico".

Dal Patto originario è sparito ogni riferimento al "contratto di integrazione" obbligatorio che includeva anche l’apprendimento della lingua del paese di accoglienza tra i doveri. L’apprendimento della lingua viene però considerato un diritto da sostenere attraverso "misure specifiche" a favore dei processi di integrazione.

Oltre che ad una maggiore concertazione tra i 27, il Patto insiste poi sul dialogo con i paesi terzi di provenienza e di transito degli immigrati.

Maroni: "Ottimo"
"I pilastri sono due: lotta senza quartiere all’immigrazione clandestina e a chi la sfrutta, massima integrazione di chi viene regolarmente sui territori della Ue", ha spiegato il ministro dell’Interno italiano Roberto Maroni, secondo il quale il patto è un "ottimo documento".

Maroni ha aggiunto che solleciterà un’iniziativa della presidenza francese in materia di accordi bilaterali. "E’ importante – ha detto – trasformare i numerosi accordi che ci sono tra Stato e Stato in materia di immigrazione, solo l’Italia ne ha 32 più 15 in corso di perfezionamento, in altrettanti accordi tra questi Stati e l’Unione europea".

"C’é unanimità, la riunione è stata un totale successo", ha esultato il ministro alla giustizia francese Brice Hortefeux. Soddisfatto anche il ministro degli interni spagnolo Alfredo Perez-Rubalcaba, per il quale "il Patto contiene alcuni elementi del modello di immigrazione che la Spagna ha sempre sostenuto".

"Non diventeremo una fortezza", ha assicurato il ministro degli interni tedesco, il cristiano democratico Wolfgang Schaeuble. "In Europa ci sono otto milioni di immigrati. Noi dobbiamo lottare contro quella illegale e organizzare quella legale".

EP

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