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Unione Forense: “Respingimenti colpiscono profughi e rifugiati”

"L’85% degli irregolari clandestini continua ad entrare in Italia via terra" Roma, 21 aprile 2010 – "Nonostante gli appelli degli organismi internazionali e della Chiesa cattolica, il governo italiano prosegue nella politica dei respingimenti in Libia dei migranti che arrivano via mare: gli irregolari, vale a dire quelli che inopinatamente vengono definiti i ‘clandestini’, continuano pero’ a entrare via terra".

E’ quanto osserva Anton Giulio Lana, consigliere dell’Unione Forense per la tutela dei diritti dell’uomo e coordinatore del pool di giuristi che ha curato i ricorsi alla Corte di Strasburgo per i respingimenti in Libia.

"Con i respingimenti collettivi si colpiscono quasi esclusivamente profughi e rifugiati, che avrebbero invece pieno diritto a entrare nel nostro Paese – osserva ancora Lana – Le rotte del mare sono quelle dove si rischia la vita e che solo i piu’ disperati e bisognosi intraprendono. Bloccarle indiscriminatamente, oltre a cozzare contro il diritto interno e internazionale, va contro ogni buon senso. Non a caso le richieste di asilo si sono drasticamente dimezzate passando dalle 30.492 domande presentate nel 2008 alle 17.603 richieste di protezione internazionale presentate nel 2009".

Per il consigliere dell’Unione Forense, "non e’ vero che con i respingimenti collettivi via mare si siano bloccati i flussi di irregolari, poiche’ e’ risaputo che le persone sprovviste di permesso di soggiorno entrano nel nostro Paese all’85% via terra e solo nel 15% dei casi via mare. L’Italia continua a mostrare la faccia feroce contro le sole persone che avrebbero veramente bisogno di solidarieta’ e di accoglienza, in aperta violazione dei diritti umani e delle convenzioni internazionali".

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