in

Unioni civili, per gli immigrati permessi di soggiorno e cittadinanza

Il ddl Cirinnà avrà conseguenze pratiche importanti per gli stranieri LGBT. Potranno vivere in Italia o diventare italiani grazie al riconoscimento legale della loro unione

Roma – 12 febbraio 2016 – Scontri al Senato e nei talk show, discussioni tra familiari e amici,  nastri arcobaleno a Sanremo. Le unioni civili tengono banco in Italia e a seguirle con apprensione e speranza sono anche centinaia di migliaia di immigrati omosessuali. 

L’eventuale riconoscimento legale delle loro unioni avrebbe il valore intrinseco e gli effetti che avrebbe anche per gli italiani. A questi si aggiungerebbero però anche conseguenze pratiche legate alla loro condizione di immigrati, dalla possibilità di avere un permesso di soggiorno a quella di diventare italiani.

Il nodo è quell’articolo del ddl Cirinnà secondo il quale, adozioni a parte, “le disposizioni contenenti le parole «coniuge», «coniugi», «marito» e «moglie», ovunque ricorrano nelle leggi, nei decreti e nei regolamenti, si applicano anche alla parte della unione civile tra persone dello stesso sesso”. Questo vale infatti anche per le leggi sull’immigrazione e sulla cittadinanza. 

Quindi, per esempio, uno straniero unito civilmente a un altro straniero regolarmente soggiornante avrà diritto a un permesso per motivi familiari, a parità di condizioni con quello che avviene oggi tra moglie e marito. Oppure, un’unione civile (o un matrimonio omosessuale) fatta all’estero verrà necessariamente riconosciuta anche in Italia e questo darà diritto a un ricongiungimento familiare. 

E se la coppia è formata da un immigrato e un italiano? Anche in questo caso dovrà valere l’equiparazione con i coniugi. Innanzitutto, il partner straniero potrà da subito vivere regolarmente in Italia con una carta di soggiorno per familiari di cittadini Ue. Passati due anni, potrà però fare un passo ulteriore, chiedendo la cittadinanza italiana. 

Minoranza nella minoranza, gli stranieri LGBT a volte arrivano da Paesi dove l’omosessualità è reato, punita anche con la pena di morte, o comunque socialmente condannata più di quanto non avvenga in Italia. Una volta qui, sono spesso discriminati dalle loro stesse comunità. Hanno scelto l’Italia e ora sono col fiato sospeso, perché potrebbe diventare la patria dei loro nuovi diritti. 

Elvio Pasca

 

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

George Clooney e Amal dalla Merkel: “Che possiamo fare per i profughi?”

PRESIDIO DEI RIFUGIATI E DEI MIGRANTI (Bologna, 20 febbraio 2016)