Roma, 10 giugno 2025 – Nel suggestivo Complesso dell’Oro di Montalcino (Siena), l’artista e attivista cinese Ai Weiwei ha inaugurato la sua nuova creazione: “Porcelain Pillar with Refugee Motif”, un’opera che affronta il tema universale delle migrazioni e del dolore umano. Il lavoro è inserito all’interno del progetto “Siena e le terre dell’Anima-Mete contemporanee”, promosso dall’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino, dalla Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza e realizzato da Opera Laboratori in collaborazione con il Comune di Montalcino e Galleria Continua.
L’opera di Ai Weiwei dialoga con la tradizione artistica toscana, in particolare con la terracotta invetriata di Andrea della Robbia nella celebre “Madonna con Bambino incoronata da due angeli e i Santi Giovanni Battista e Pietro” (1507), esposta nella stessa sala del Museo d’arte sacra di Montalcino. La cromia bianco-blu, simbolo della produzione robbiana e della porcellana Qinghua (tipica della Cina, smaltata con cobalto), crea un legame visivo e concettuale tra culture e secoli lontani.
Questa connessione artistica sottolinea un messaggio di accoglienza e speranza, ispirandosi alla lettera di San Paolo ai Romani. Il tema dei migranti attraversa da tempo l’opera di Ai Weiwei, a partire dal suo esilio dalla Cina nel 2015 e il conseguente trasferimento in Europa. La sua ricerca si è concentrata in particolare sul dramma delle migrazioni nel Mediterraneo, che l’artista ha affrontato con coraggio e determinazione negli ultimi dieci anni.
L’esposizione di Montalcino, dunque, non è solo un evento artistico ma un invito alla riflessione: un empatico approccio al dolore dell’”altro”, uno sguardo caritatevole di accoglienza che si esprime nella figura di Maria, Madre di Speranza. Grazie a questa sinergia tra arte contemporanea e patrimonio storico, Montalcino diventa una meta contemporanea e un luogo di pellegrinaggio per chi cerca un dialogo tra culture e un percorso di umanità condivisa.
In questo contesto, Ai Weiwei orienta il cammino dei visitatori, trasformando l’arte in una testimonianza di compassione e dialogo interculturale.