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Usa 2016, Trump fa marcia indietro sull’immigrazione

Ho attenuato la mia posizione. Abbiamo fortemente bisogno di persone di talento in questa nazione”

 

 

New York, 4 marzo 2016 – Un fuoco incrociato si e’ abbattuto su Donald Trump durante il dibattito repubblicano a Detroit: quello di Ted Cruz e Marco Rubio. In particolare, di notevole importanza si e’ rivelata la discussione sull’immigrazione: questione che ha generato uno scontro durissimo. I due senatori hanno fatto di tutto per attaccare l’avversario e inchiodarlo alle sue incongruenze, in quello che puo’ essere definito il cuore della sua offerta programmatica.

Donald Trump si e’ difeso, ma ha tuttavia avuto qualche difficolta’. Il miliardario ha infatti mutato il suo programma in materia di immigrazione su alcuni punti. La giornalista Megyn Kelly gli ha fatto notare come nel dibattito ospitato da Cnbc avesse sostenuto la necessita’ di aumentare i visti, sebbene il suo sito web affermi ancora il contrario. Trump ha candidamente ammesso di aver cambiato idea, sostenendo l’incremento dei permessi per gli stranieri altamente specializzati e qualificati.”Ho attenuato la mia posizione. Abbiamo fortemente bisogno di persone di talento in questa nazione”, ha chiosato il magnate newyorchese.

Trump ha comunque ribadito la necessita’ di rafforzare i confini nazionali, definendoli “un gruviera”: ha cercato cosi’ di mantenere intatta l’immagine di candidato duro che si e’ cucito addosso nel corso di questi mesi. Ma Rubio e’ partito all’attacco, sferrando un colpo sulla questione dei posti di lavoro. Ha sostenuto che i capi di abbigliamento targati Trump sono spesso realizzati all’estero. Poi ha accusato il magnate di aver assunto numerosi lavoratori stranieri in uno dei suoi resort della Florida. Il miliardario tuttavia non si e’ scomposto piu’ di tanto e ha replicato: “Si tratta di una stagione breve. Gli americani non sono interessati a lavori di cosi’ breve termine. Gli altri alberghi fanno esattamente la stessa cosa”.

I due senatori si sono inoltre coordinati, cercando di inchiodare Trump alle sue contraddizioni e additandolo come candidato non sufficientemente conservatore. In particolare, hanno chiesto conto al miliardario di alcune dichiarazioni rilasciate al New York Times off the record, in cui pare abbia espresso una certa flessibilita’ sulle sue posizioni in materia di immigrazione. Ma il magnate ha glissato sulla questione. Ha ammesso di essersi leggermente ammorbidito ma ha comunque aggiunto di “non essere molto flessibile” sulla sua notoria proposta di erigere un muro al confine con il Messico. Una proposta che secondo lo stesso Trump, insieme alla sua strategia contro l’Isis, lo rendono il candidato con il migliore programma di politica estera.

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