Roma, 22 settembre 2023 – Nel corso di una conferenza stampa tenutasi oggi a Verona, il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, ha sollevato nuovamente la questione degli arrivi di migranti. Zaia ha espresso preoccupazione per la mancanza di soluzioni efficaci per affrontare questa sfida crescente e ha sottolineato la necessità di una risposta più adeguata da parte dell’Europa.
La mancanza di efficacia del Cpr
Una delle principali critiche avanzate da Zaia riguarda il Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr), una struttura utilizzata per trattenere temporaneamente i migranti in attesa di essere rimpatriati. Il presidente del Veneto ha dichiarato che il Cpr non risolve il problema degli arrivi, portando avanti una critica che non è nuova nel panorama politico italiano. Zaia ha evidenziato che, anche quest’anno, si prevede che un numero significativo di persone, circa 140-150mila, dovrà essere rimpatriato, ma l’Italia riesce a far rimpatriare mediamente solo da 3.500 a 4.000 persone all’anno.
Questi dati sottolineano la notevole discrepanza tra il numero di persone che devono essere rimpatriate e la capacità effettiva dell’Italia di gestire questa situazione tramite il Cpr. Zaia ha enfatizzato che è fondamentale affrontare onestamente questa sfida e informare i cittadini sulla reale efficacia delle attuali politiche di rimpatrio.
“Svuotare il mare con un secchio”
Un’altra espressione chiave utilizzata da Luca Zaia durante la sua dichiarazione è stata “stiamo affrontando il mare pensando di svuotarlo con un secchio”. Questa immagine potente mette in evidenza la dimensione titanica della sfida migratoria e sottolinea l’inadeguatezza delle risorse e delle strategie attuali per far fronte a essa.
L’assenza dell’Europa
Zaia ha concluso le sue dichiarazioni con una critica all’Europa, definendola “totalmente assente” nella gestione di questa situazione. Questa affermazione riflette una preoccupazione comune tra molti leader europei riguardo alla mancanza di una risposta coordinata a livello continentale all’immigrazione. L’assenza di una politica comune per affrontare la migrazione ha spesso lasciato gli Stati membri dell’UE a gestire questa sfida in modo isolato, con risultati spesso insoddisfacenti.