L’Europarlamento approva un nuovo meccanismo per reintrodurre i visti d’ingresso da Paesi esenti quando aumenta l’immigrazione irregolare. È il freno di emergenza chiesto dai 28 per liberalizzare gli ingressi dall’Ucraina
Roma – 21 dicembre 2016 – Il “freno di emergenza” sta per arrivare. Non è detto che venga azionato, ma a fronte a un aumento dell’ immigrazione irregolare l’Ue potrà chiedere il visto d’ingresso anche a chi oggi è libero di viaggiare in Europa.
Sono oltre una sessantina i Paesi che, grazie ad accordi con l’Unione Europea, hanno liberalizzato i soggiorni brevi. È grazie a quegli accordi, ad esempio, che oggi i cittadini albanesi e peruviani possono venire in Italia come turisti o, più spesso, a trovare parenti e amici che vivono qui senza doversi prima far autorizzare dai nostri consolati.
Il 15 dicembre, però, il Parlamento Europeo ha dato il primo via libera (manca ancora quello del Consiglio europeo) a norme che disciplinano un nuovo meccanismo di sospensione per ogni accordo, che di tradurrà in una reintroduzione temporanea dei visti per i cittadini del Paese interessato. Scatterà quando si verificherà anche una sola delle condizioni individuate nel testo proposto dalla Commissione Europea e approvato dai deputati.
Quali sono? Aumento “sostanziale” di immigrazione irregolare da quel Paese; aumento “sostanziale” di domande d’asilo infondate presentate da cittadini dei quel Paese; diminuzione della cooperazione per la riammissione (quindi i rimpatri) degli irregolari; aumento dei rischi o imminente pericolo per l’ordine pubblico o la sicurezza interna relativi a cittadini del Paese terzo interessato.
Sarà la Commissione a decidere la sospensione, di sua iniziativa o su proposta di uno o più Stati membri, ma sempre sulla base di “dati pertinenti e oggettivi”. All’inizio durerà per nove mesi, ai quali se ne aggiungeranno altri diciotto se persisteranno le condizioni che l’hanno resa necessaria. Se queste misure non funzioneranno, l’Ue potrà anche reintrodurre permanentemente i visti (e quindi di fatto cancellare gli accordi) per i cittadini del Paese interessato.
La creazione di “freno d’emergenza” di questo tipo è la condizione posta dai governi europei per dare il via libera definitivo a nuovi accordi di liberalizzazione degli ingressi da Ucraina, Georgia e in futuro anche Kosovo. Accordi finora frenati proprio dalla paura che potessero generare flussi di immigrazione irregolare.
“Siamo riusciti a creare uno strumento più flessibile e operativo, garantendo nel contempo il rispetto dei diritti umani e un ruolo chiave per il Parlamento europeo” ha detto Agustín Díaz de Mera (PPE), relatore del provvedimento al Parlamento Europeo “Sono sicuro che dopo l’approvazione del “meccanismo di sospensione”, il Consiglio coopererà pienamente affinché le proposte per garantire l’esenzione del visto per Georgia e Ucraina non incontrino ostacoli, dato che entrambi i Paesi hanno soddisfatto i criteri richiesti qualche tempo fa”.
Leggi il testo approvato dal Parlamento Europeo
Elvio Pasca