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Visti d’ingresso. Dal 2016 pagano anche gli studenti: 50 euro

La novità è stata introdotta dalla nuova Legge di Stabilità. Rincari dal 20 al 40% anche per molte altre tariffe dei consolati italiani all’estero

 

Roma – 13 gennaio 2016 – Venire a studiare in Italia è diventato più costoso.

Da anni il nostro sistema universitario chiede di facilitare l’arrivo di cervelli dall’estero e cerca di favorire l’internazionalizzazione dei nostri corsi di studi. Ad oggi, infatti, i ragazzi e le ragazze straniere iscritte ai nostri atenei sono appena il 4% del totale, la metà rispetto alla media europea. 

Eppure la Legge di stabilità 2016 (L. 208/2015) , pur di fare cassa, ha fatto diventare a pagamento il visto d’ingresso nazionale (tipo D) per motivi di studio. Dal 1 gennaio 2016, data dell’entrata in vigore delle nuove “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato”, costa 50 euro. 

Non è l’unico ritocco alla tabella dei diritti consolari riscossi dalle nostre rappresentanze all’estero. Questo e altri aumenti dovrebbero far guadagnare allo Stato 6 milioni di euro in più ogni anno. 

Da quest’anno costano il 20% in più gli atti di stato civile (escluso il riconoscimento della cittadinanza per discendenza, che rimane a  300 euro), gli atti in materia di controversie, assistenza volontaria e giurisdizione volontaria e gli atti amministrativi. Per legalizzazioni, traduzioni (spesso richieste dagli immigrati), atti notarili o relativi alla navigazione marittima e aerea e diritti d’urgenza il rincaro è invece addirittura del 40%.

Elvio Pasca

 

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