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Voto agli immigrati. Il governo difende la riforma: “Non è anticostituzionale”

Chiti risponde a un’interrogazione leghista. "Non serve modifica costituzionale se ratifichiamo la convenzione di Strasburgo"

Il governo difende dall’accusa di incostituzionalità il diritto di voto alle amministrative per i cittadini extraue, previsto dal disegno di legge delega Amato-Ferrero.

Il testo approvato dal consiglio dei ministri vuole mandare alle urne i titolari di un permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo, la nuova carta di soggiorno rilasciata a chi è regolarmente in Italia da almeno cinque anni. Un diritto previsto dal capitolo C (mai ratificato dal nostro Paese) della convenzione di Strasburgo, dedicata alla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale.

Contro questo passaggio si è concentrata un’interrogazione presentata alla Camera dai deputati della Lega. Secondo Maroni e gli altri firmatari, è infatti di "dubbia costituzionalità", perchè gli articoli 48 e 51 della Costituzione riservano l’elettorato attivo e passivo ai cittadini italiani. "L’attribuzione di tale diritto ai non cittadini deve passare attraverso la revisione costituzionale e non può certo essere statuita da un decreto legislativo" spiegano i leghisti.

L’obiezione è stata respinta ieri pomeriggio dal ministro per i rapporti col Parlamento Vannino Chiti, che intervendo al question time ha fatto riferimento proprio alla convenzione di Strasburgo. "Occorre ora completare il quadro ratificando anche il capitolo C, per determinare tutte le condizioni giuridiche necessarie alla piena operatività delle norme delegate sull’esercizio del diritto di elettorato attivo e passivo nelle elezioni amministrative" ha spiegato il ministro.

Chiti ha ricordato che se gli articoli 48 e 51 riservano l’elettorato ai cittadini, "in base agli articoli 10 e 11 della nostra Costituzione, da una parte, "la condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali" e, dall’altra, l’Italia consente "alle limitazioni di sovranità" "in condizioni di parità con gli altri Stati". Non c’è quindi "nessuna incostituzionalità, ma solo un intervento legislativo, inevitabilmente complesso, ma nel più rigoroso rispetto delle procedure dettate dalla stessa Costituzione".

Non la pensava così Gianfranco Fini, la cui proposta per il voto agli immigrati prevedeva una modifica della Costituzione. Una posizione ribadita ieri sera da Maurizio Gasparri: "Il governo si conferma nemico della Costituzione, che riserva il diritto di voto ai cittadini. Negli anni passati fu l’allora ministro dell’Interno Napolitano a prendere atto che la legge ordinaria non può dare facoltà di voto agli stranieri. Impediremo questa violazione con una dura battaglia parlamentare".

(4 maggio 2007)

 

Elvio Pasca

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