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Jérèmie Goutto: “Io, figlio di immigrati, lotto contro la burocrazia”

Il ventiseienne nato in Costa d’Avorio alla guida dell’UIM di Verona. L’associazione, dopo aver pensato agli italiani nel mondo, si concentra sul mondo in Italia

Roma – 11 aprile 2013 – Jérèmie Goutto ha 26 anni, sta per laurearsi in diritto internazionale a Verona e da 15 anni fa si è trasferito in Italia dalla Costa d’Avorio. Da qualche giorno è il presidente dell’ Unione Italiani nel Mondo di Verona,  che affiancherà gli immigrati e i loro figli.

“Il mio attivismo nell’ immigrazione nasce dalle varie esperienze che ho vissuto sulla mia pelle: la fila per il rinnovo del permesso di soggiorno, ma primo tra tutti quello del ricongiungimento familiare. Ricordo che non era stato per niente facile. Quando sembrava conclusa la pratica mancavano quei centimetri quadri d’appartamento per far si io e le mie sorelle arrivassimo a Verona dai nostri genitori da Gagnoa”.

“Da primogenito sentivo la responsabilità verso le miei sorelle minori, ma forse loro erano più in gamba di me e quando finalmente la mia famiglia è tornata a stare assieme io avevo 11 anni. Ci siamo trovati in un contesto positivo e sereno, in cui sono cresciuto e ho costruito il mio percorso formavo, sportivo e sociale. Verona è una città che ci ha saputo accogliere e non ci ha escluso.”

“Anche se mi posso definire un ‘nuovo italiano’ resto e resterò sempre legato al mio paese, la Costa D’Avorio. Mio padre era il Presidente dell'associazione ivoriani in Veneto e a casa si è sempre respirata l’Africa. Infatti mi sono impegnato molto negli ultimi anni a far conoscere la situazione ivoriana in Italia e a cercare di spiegare alle persone come il sistema di predominio Occidentale, per molti versi sia stato nocivo verso l’Africa e di come questo abbia alimentato i flussi migratori verso l’Europa”.

“È dall’età di diciotto anni che sono impegnato socialmente e conoscevo il mondo dei patronati, spesso aiutavo le persona a risolvere le loro questioni burocratiche, ma non era un mondo che mi attraeva particolarmente. Per quanto fossi scettico verso i sindacati, con la UIL è stato un vero colpo di fulmine. Tramite degli amici mi sono avvicinato a quest’organizzazione, sono stato accolto benissimo e da subito ho iniziato a collaboratore con loro sui temi che più vicini a me”.

“Da questa collaborazione abbiamo deciso di aprire una sezione UIM qui a Verona per rispondere alle esigenze dei cittadini stranieri che animano questa città. È curioso lo so che un ragazzo di origine straniera sia a capo di un associazione nata nel 1995 per occuparsi di migranti italiani all’estero. Questo è il segno di un Italia che cambia. Anche  gli obiettivi dell’ UIM prima o poi dovevano cambiare tendenza e iniziare ad avere uno occhio di riguardo anche all’immigrazione oltre che all’emigrazione”.

“Abbiamo un sacco di idee che vogliamo realizzare, come una summer school sulla micro imprenditoria e altri corsi di formazione, oltre ad un servizio di orientamento legale rivolto agli immigrati, ma soprattutto ci impegneremo ad agevolare la partecipazione attiva dei cittadini stranieri e che siano protagonisti della città”.

“Credo che la maggior parte dei problemi che ruotano attorno all’immigrazione siano causati dal mal funzionamento della burocrazia e di un sistema incapaci di oliare le competenze delle seconde generazioni e di saper valorizzare la ricchezza che ha in casa”.

Samia Oursana
 

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