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Carta di soggiorno. “Anche ai familiari servono 5 anni di residenza in Italia”

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea boccia le interpretazioni date da alcuni tribunali italiani. “Il requisito del soggiorno legale e ininterrotto vale per tutti”

Roma – 25 luglio 2014 – I cinque anni di residenza regolare sono un requisito indispensabile per mettersi in tasca un permesso di soggiornanti di lungo periodo, la cosiddetta carta di soggiorno.  Anche per i familiari di chi ha già quel tipo di permesso.

Una sentenza pronunciata qualche giorno fa dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea boccia le interpretazioni meno restrittive date da diversi italiani.

A Lussemburgo è arrivato il caso della signora Tahir, cittadina pakistana arrivata nel 2010 in Italia grazie a un ricongiungimento. Nel 2012 ha chiesto alla questura di Verona la carta di soggiorno, appellandosi al fatto che suo marito aveva già in tasca quel tipo di permesso.

La Questura ha detto di no, perché la donna era in Italia regolarmente da soli due anni. Quindi lei si è rivolta al tribunale di Verona, che a sua volta ha chiesto alla Corte di Giustizia di fare chiarezza.

L’articolo 9 comma 1 del d.lgs. n. 286/98, che ha recepito la direttiva 2003/190/Ce recita: “Lo straniero in possesso, da almeno cinque anni, di un permesso di soggiorno in corso di validità […] può chiedere al questore il rilascio del permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, per sé e per i familiari”.

Ma anche quei familiari devono essere regolarmente residenti da cinque anni? La legge non lo dice espressamente, ma secondo il giudice di Verona e altri suoi colleghi la risposta è no. Il nostro Paese avrebbe semplicemente applicato più favorevolmente le disposizioni europee, esentando i familiari da quel requisito.

A Lussemburgo, però, non la pensano così. “Nulla nella formulazione della direttiva 2003/190/Ce –  spiega un comunicato diffuso dalla Corte di Giustiziaconsente di presumere che un familaire di un soggiornante di lungo periodo possa essere esentato dalla condizione di soggiorno legale e ininterrotto per i cinque anni per beneficiare dello status di soggiornante di lungo periodo”.

Se l’Italia vuole, aggiunge la Corte, può rilasciare dei permessi ai familiari dei lungo soggiornanti che non hanno quel requisito. Ma questi “non costituiscono permessi di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo ai sensi della direttiva e non conferiscono il diritto di soggiorno negli altri Stati membri”.
 

Elvio Pasca
 

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