In vigore la nuova tariffa consolare per il riconoscimento della cittadinanza. Se la domanda non va a buon fine i soldi non saranno restituiti
Roma – 8 luglio 2014 – Alla fine è arrivata. Scatta oggi la nuova tassa per i discendenti degli italiani all’estero che vogliono la cittadinanza italiana.
L’ha introdotta la legge 89/2014, la stessa che ha confermato il bonus irpef. Mentre restituisce a milioni di italiani 80 euro in più al mese in busta paga, porta via 300 euro in diritti consolari a migliaia di nipoti e pronipoti di italiani che, perché venga riconosciuto il loro ius sanguinis, presentano nelle nostre rappresentanze diplomatiche la loro genealogia.
C’è, comunque, una buona notizia: i minori non dovranno pagare. Ma n’è anche un’altra cattiva: se la domanda di riconoscimento della cittadinanza non andrà a buon fine, ai maggiorenni non verranno restituiti i soldi, perché comunque la pratica è stata avviata e chiusa.
Il salasso si farà sentire, e non solo perché finora quella domanda era gratuita. Soprattutto c’è da considerare che se in Italia 300 euro sembrano già tanti, in molti dei Paesi nei quali bisognerà sborsali equivalgono a un mese o più di stipendio.
Dovrebbero invece essere felici le nostre rappresentanze consolari, perennemente a corto di uomini e mezzi, impegnate a smaltire una grande mole di domande di cittadinanza nei Paesi dell’emigrazione italiana, Sudamerica in primis. La legge non lo dice, ma (si spera) la nuova tariffa consolare dovrebbe permettere di migliorare il servizio.
Elvio Pasca