Quelle delle categorie liberalizzate vengono archiviate, le altre convertite d’ufficio nelle nuove richieste di nulla osta. Dall’allargamento benefici anche per chi fa ancora i conti con le quote ROMA – Avete provato ad assumere un romeno o un bulgaro con i flussi 2006 ma non vi hanno ancora risposto? Qualunque tipo di lavoro gli abbiate offerto, non c’è bisogno, solo perché dal primo gennaio è diventato un cittadino Ue, di presentare una nuova domanda.
Il sistema a doppio binario varato dal governo italiano per i neocomunitari ha inevitabilmente una ricaduta anche sulle richieste presentate lo scorso anno da famiglie e imprese, così come sugli Sportelli unici per l’Immigrazione, che potranno lavorare molto più velocemente.
Il caso più frequente riguarda le assunzioni in settori per i quali il governo ha scelto un’apertura immediata: colf, badanti, edili, stagionali, metalmeccanici, dirigenti, personale altamente qualificato.
Gli Sportelli Unici, come ribadisce una circolare congiunta dei ministeri dell’Iterno e della Solidarietà Sociale, archivieranno tutte le pratiche che riguardano questi lavoratori, dal momento che i contratti possono essere stipulati immediatamente, alle condizioni previste per italiani e comunitari. Quindi un colf romena per la quale è stata presentata domanda, per esempio, a marzo scorso, e che magari era già in Italia clandestinamente, ora può essere assunta subito dalla famiglia, senza aspettare il nulla osta al lavoro, che tra l’altro non arriverà mai.
Tempi un po’ più lunghi per le altre categorie di lavoratori, per le quali il governo ha deciso di monitorare le assunzioni con il rilascio di un nulla osta, pur non imponendo alcun tetto numerico.
Chi decide ora, ad esempio, di assumere un commesso bulgaro, deve compilare un modulo di richiesta e spedirlo per raccomandata a/r allo Sportello Unico per l’immigrazione. Chi invece ha già presentato domanda per i flussi 2006, deve solo aspettare: quella vecchia richiesta, che allora riguardava un lavoratore extraue, verrà convertita d’ufficio in una richiesta di nulla osta per lavoratore neocomunitario e godrà della procedura semplificata e più veloce prevista in questi casi: non c’è il passaggio dalla Questura, né la verifica preso i centri per l’impiego, tantomeno (ma questo riguarda tutti i lavoratori romeni e bulgari) l’invio del nulla osta al Consolato italiano all’estero, dal momento che i nuovi cittadini Ue possono entrare in Italia quando vogliono, senza chiedere alcun visto.
Non saranno comunque solo i neocomunitari a godere degli effetti dell’allargamento, ma anche i lavoratori ucraini, albanesi, marocchini, cinesi e di tutti gli altri Paesi extraue incastrati nella macchina dei flussi. Più del 30% delle domande presentate nel 2006 riguardavano proprio lavoratori romeni, per la maggior parte di categorie per le quali è prevista ora l’archiviazione: questo olierà sensibilmente gli ingranaggi, permettendo agli sportelli unici di dedicarsi subito alle domande di chi, fuori dai confini dell’unione europea, deve ancora fare i conti con le quote.
(4 gennaio 2007)
Elvio Pasca