In Gazzetta Ufficiale la legge delega sulla riforma del sistema sanzionatorio. Che dà 18 mesi di tempo al governo per abrogare il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato
Roma – 5 maggio 2014 – Il reato di clandestinità va abolito, ora lo dice anche la legge. Che però dà un anno e mezzo di tempo al governo per passare dalle parole ai fatti.
È arrivata venerdì scorso in Gazzetta Ufficiale la legge 67/2014, “Deleghe al Governo in materia di pene detentive non carcerarie e di riforma del sistema sanzionatorio”. Un testo che, sul fronte dell’immigrazione, vuole depenalizzare il reato di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato, introdotto dal centrodestra nel 2009.
Secondo l’articolo 2, comma 3, lettera b, il governo dovrà “abrogare, trasformandolo in illecito amministrativo, il reato previsto dall'articolo 10-bis del testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione dello straniero, di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, conservando rilievo penale alle condotte di violazione dei provvedimenti amministrativi adottati in materia”.
In pratica, verrà depenalizzato solo il primo ingresso, e comunque anche la prima volta che si viene pizzicati senza permesso di soggiorno scatterà l’espulsione. Inoltre, continuerà a commettere reato chi non obbedisce a un foglio di via, chi rientra dopo un’espulsione o chi viola altre disposizioni contro gli irregolari, come ad esempio l’obbligo di firma in Questura o la consegna del passaporto.
Per ora, comunque, non cambia nulla, dal momento che quella arrivata in Gazzetta Ufficiale è una legge delega. Tocca infatti al governo adottare un decreto che metta in pratica ciò che gli ha chiesto il Parlamento. Senza fretta: Renzi e i suoi hanno ben diciotto mesi di tempo per muoversi.
EP