Arrivata in Piemonte per amore, ha affrontato un lungo iter burocratico per continuare a esercitare la sua professione. "Ne vale la pena"
Torino – 20 maggio 2015 – La professionalità non dipende dalla cittadinanza e va oltre i confini. Anche burocratici. Lo dimostra la storia di Antonina Barbara Pieprzyk, psicologa polacca in Italia.
Quella degli psicologi è un professione regolamentata, cioè si può svolgere in un altro Paese soltanto dopo aver ottenuto il riconoscimento della qualifica professionale. Un iter faticoso, che può durare anni, ma “vale la pena percorrerlo, se il tuo lavoro è anche la tua passione”, spiega Pieprzyk a Naszswiat.net, il portale dei polacchi in Italia.
Lei è nata a Szczecin e si è laureata in psicologia, con specializzazione in psicologia clinica presso l’Università A. Mickiewicz a Poznań. “Legavo i miei progetti lavorativi alla Polonia, anche perché la mia professione è una di quelle che è molto più facile svolgere in patria che all’ estero”. Come spesso accade con i progetti, bisogna però poi fare i conti con le imprevedibili sorprese della vita.
L’amore ha infatti portato Antonina Barbara in Piemonte. “All’arrivo nella patria del mio futuro marito, pensavo più che altro ad un ‘soggiorno di prova’. Al di là di altri sentimenti, il desiderio di poter esercitare la mia professione rimaneva costante”. A questo punto non le restava altro che verificare se era possibile renderlo realizzabile anche in terra straniera.
L’iter burocratico per il riconoscimento di un titolo di studio conseguito all’estero in teoria dovrebbe durare 3 anni circa, ma in pratica, data la necessità di produrre tantissimi documenti in versione tradotta e legalizzata, ci vuole un anno in più. Così almeno è stato nel suo caso, spiega a Naszswiat.net.
I sacrifici e la tenacia della dottoressa Pieprzyk sono stati ripagati. Oggi infatti è iscritta all'albo degli psicologi della Regione Piemonte e svolge la sua professione sia nel suo studio privato che presso enti specializzati locali, come l'Associazione "La Cicogna" di Torino, che affianca i genitori nelle adozioni internazionali.
Ai suoi successi professionali possiamo aggiungere anche la capacità di saper conciliare la carriera con la vita familiare. Sta crescendo qui il suo bambino, nonostante il fatto che le mamme lavoratrici in Italia non possano contare su molti servizi di sostegno. "Non è sempre facile – dice – da quello che ho vosto posso dire che le mamme polacche sono ben organizzate".
Danuta Wojtaszczyk
Naszswiat.net