Siamo arrivati tutti in questo paese in modi diversi, ma ugualmente difficili e attraverso problemi simili. Poche persone erano interessate alle nostre circostanze di vita, quindi non hanno visto molta differenza tra ucraini, rumeni, polacchi o russi, non importa chi sei, come ti chiami – servono solo mani forti e laboriose, buona natura e determinazione, resistenza per superare tutte le circostanze e ostacoli che cadranno sulla via della vita. Molte di noi hanno nomi che non hanno analoghi in italiano e spesso vengono chiamate per comodità le ragazze dell’est. Si scrivono libri su di noi oggi, perché siamo qui, siamo numerose, facciamo un lavoro socialmente utile e abbiamo un valore in questo paese. Siamo diventati parte di questa nazione.
«Ragazza dell’est» è un libro della scrittrice Donata Bertinelli che ha dato importanza nella sua vita lavorativa e privata ad una sconosciuta immigrata, una donna dell’Est entrata nella sua casa di famiglia assistendo l’anziana madre.
Alina aveva appena varcato la soglia dei trent’anni quando ha deciso di lasciare la sua terra natale, dove viveva con due figli e un marito disoccupato, in cerca di lavoro in Italia. La sua nuova vita non inizia come sperava: un viaggio in Italia è difficile e appena arriva a Roma, la giovane rischia di essere coinvolta in affari sporchi o addirittura di prostituzione, ma determinata a cercare una vita migliore di quella che ha lasciato a casa, trova un modo per guadagnare soldi onestamente, – dice l’autore del romanzo.
L’autore ha narrato la storia di Alina (una ragazza dell’est) in modo molto veritiero. E lo ha fatto con amore per il suo personaggio. Nonostante le situazioni complesse e ambigue in cui si trova la protagonista del romanzo, l’atteggiamento dell’autore nei confronti di Alina è lo stesso che nei confronti delle altre persone, le cui storie di vita sono intrecciate nel libro. L’autrice descrive e percepisce la malattia della propria madre non facilmente, con dolore emotivo, sensazione prematura di perdita e lacrime agli occhi, comprendendo tutte le difficoltà del lavoro della badante.
Invitando una “ragazza dell’est” a lavorare nella sua famiglia, ogni datore di lavoro dovrebbe capire che un aiutante è una persona con il proprio carattere, le proprie abitudini, la propria esperienza di vita, con i propri punti di forza e di debolezza, come ogni altro membro della società. Spesso ci vengono affidate le case delle famiglie, genitori anziani, bambini, ma capita che chi se ne prende cura sia tenuto a distanza, perché il lavoro di un collaboratore familiare non è ancora prestigioso in Italia ed è stato riconosciuto come professione da poco. Una dipendente che si trova dietro una barriera invisibile di inferiorità potrà quindi investire nel suo lavoro l’anima?
Di tutto questo parleremo in circolo ristretto di amici “Prendiamo ci cura” in un incontro con l’autrice del libro “Ragazza dell”est” Donata Bertinelli, sabato, 7 novembre 2020, alle ore 14.30, in sala del Patronato Acli Varese.
Donata Bertinelli è nata a Gallarate (VA) nel 1966, si è laureata presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, vive e lavora a Sesto Calende (VA); è insegnante di lettere a scuola, in un liceo di scienze umane. “La ragazza Dell”est è il secondo romanzo di Donata Bertinelli. Vi invitiamo a lettura.
Maria Hayday