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Mister Gay, a un rifugiato iracheno il premio “coraggio”

Hussyien Adnan porta in finale la sua storia di perseguitato. In patria la sua famiglia lo voleva morto

Roma – 2 settembre 2013 –  Ieri sera, sulla passerella della finale di Mister Gay italia a Torre del Lago, in provincia di Lucca, c’era anche un rifugiato. Hussyien Adnan non è riuscito a conquistare lo scettro di più bello, ma si è aggiudicato il titolo di più coraggioso.

A destra, Hussyien Adnan
La sua storia inizia in Iraq, dove la sua famiglia non ne accetta l’ omosessualità. Lo molestano, lo picchiano, chiedono per lui addirittura una condanna a morte. Così fugge, prima in Germania, dove vive due anni, quindi in Italia.

A Torino, ha raccontato Hussyien Adnan, trova una nuova famiglia, una coppia gay: “Ho due papà che mi accudiscono e mi hanno dato la possibilità di studiare e lavorare”.  Una storia che ha colpito al giuria del concorso nazionale promosso dal portale Gay.it. Tanto che  per dare un riconoscimento “al messaggio di libertà lanciato da Hussyien”, ha istituito uno speciale Premio “Coraggio”.

Quella di Adnan è una storia tra tante: in oltre settanta Paesi del mondo l’omosessualità è un reato, punito in alcuni casi anche con la pena di morte, senza contare i luoghi dove la situazione è durissima anche se non ci sono norme penali. Questo spinge le commissioni territoriali a riconosce l’asilo politico in Italia a chi fugge da queste persecuzioni.
 

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