in

Romulo Emmanuel Salvador, “romano de Roma” con la passione per l’hip hop

Ballerino e insegnante di origine filippina, nato e cresciuto tra i vicoli di Trastevere. “Sogno un Quartier Generale dove ballare tutti insieme”

Roma – 12 marzo 2012 – Si chiama Romulo Emmanuel Salvador, ma tutti lo conoscono come R.E., nome d’arte formato dalle sue iniziali. A maggio compirà 22 anni ed è un ballerino e insegnante di hip hop, oltre che uno studente universitario.

“Sono figlio di immigrati filippini, ma sono nato  e cresciuto qui, nella Capitale, tra i vicoli di Trastevere. Quindi – dice con orgoglio ad Akoaypilipino.eu – come si suol dire sono romano de Roma”.

Quando è iniziata la tua passione per la danza?
Da quando sono piccolo amavo ballare, poi la mia attenzione si è focalizzata sull’hip hop e all’eta di sedici anni ho cominciato ad allenarmi. Ho frequentato corsi di stili diversi in tante palestre e stage con vari insegnanti. Ormai sono otto anni che mi alleno.

La danza è una dote scritta nel dna o si sviluppa nel tempo?
E’ una domanda difficile, ma sincerame

nte credo che nonostante sia ovvio che esistano persone più portate di altre, ciò non impedisce a chiunque di poter imparare. E’ una questione di impegno, voglia, passione, e anche un pizzico di fortuna nell’incontrare le persone giuste che ti seguano e ti stimolino nella maniera corretta.

Che caratteristiche servono per diventare un ballerino?
Sicuramente tecnica, buona presenza,

originalità, supporto del pubblico, senso del ritmo eccetera. Ovviamente sono importanti anche le buone conoscenze e raggiungere una buona visibilità per mezzo di video e contest.

Che sentimenti ti spingono a ballare?
Questa è una domanda difficile perché adesso quando ballo raggiungo uno stato d’animo diverso, proprio come se il ballare diventasse un sentimento a parte. Prima ballavo per sfogarmi, prima ballavo per dimostrare. Ora ho capito che non devi niente a nessuno, che la danza è una dimensione tutta tua e che se balli è per il solo desiderio di ballare.

Ci sono anche disillusioni?

Io avevo vari sogni che non sono riuscito ad avverare. Può capitare per esempio di perdere contest importanti a cui tieni e che avevi anche una gran possibilità di vincere.

Che insegnante sei e chi sono i tuoi allievi, italiani o filippini?
L’unica cosa che voglio è dare tutto ciò che posso dare a tutti i ragazzi che entrano nella mia sala con la voglia di imparare. I miei allievi sono prevalentemente italiani e vanno dagli otto anni ai venti. Ho anche allievi stranieri, ma gli unici filippini sono mia sorella e mio nipote.

Il tuo rapporto con questi ragazzi?

Stupendo. Sono davvero felice della mia classe. Hanno ancora molto da imparare sicuramente, ma sono sulla giusta strada perché hanno una buona mentalità. Purtroppo sono troppo buono con loro, dovrei essere più severo. Ma sono felice del clima che ho nelle mie lezioni, riesco a trasmettergli tutta la passione che ho per quello che faccio e quando li vedo faticare loro me la rimandano indietro. E’ così che funziona, sono solo scambi di stimoli, così loro crescono artisticamente, ed io cresco con loro.

Che progetti hai per il futuro?
Ne abbiamo molti, il più grande è il Quartier Generale. È un luogo destinato ad essere un punto di riferimento per la scena hip-hop underground romana, uno spazio aperto a tutti dove ognuno può praticare ogni disciplina di questa cultura e dove ci si può confrontare, quindi diffondere idee e condividere conoscenze oltre che allenarsi tutti insieme in un clima unico.

Pia Gonzalez (Akoaypilipino.eu)

Clicca per votare questo articolo!
[Totale: 0 Media: 0]

Accordo di integrazione, i punti si controllano online

I vescovi: “Le migrazioni sono un nuovo Esodo”