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Permessi di soggiorno, la convenzione Poste Viminale

Descrive l'architettura generale del nuovo sistema. I particolari, come i livelli del servizio da garantire, non sono stati ancora resi pubblici

ROMA – Pubblichiamo la convenzione tra Ministero dell'Interno e Poste Italiane che ha rivoluzionato la gestione delle domande per i permessi di soggiorno.

Tra le premesse, si legge che il ministero dell'Interno ritiene necessaria una "semplificazione delle procedure e una riduzione dei tempi dei procedimenti in materia di immigrazione". Obiettivi che potrebbero essere centrati con l'aiuto di Poste Italiane, alla luce della "capillarità della sua presenza in tutta Italia", e delle "attività già svolte per conto del Ministero", come ad esempio per la regolarizzazione del 2002.

Siglato dal capo della Polizia Giovanni De Gennaro e l'ad di Poste Massimo Sarmi lo scorso 30 gennaio, il testo descrive quindi l'architettura generale del nuovo sistema accennando anche alla collaborazione dei patronati e al fatto che parallelamente si stavano studiando con l'Anci "ulteriori modelli organizzativi" per trasferire le competenze ai Comuni. Specifica inoltre che l'operazione sarà a costo zero per il Viminale, ma che chi presenta domanda per il permesso di soggiorno dovrà pagare a Poste 30 €, come previsto in un decreto firmato dall'allora ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu.

I particolari della procedura non sono illustrati nella convenzione, ma in un allegato tecnico che non è stato ancora reso pubblico (del resto anche il testo della convenzione ce lo siamo dovuti procurare per vie traverse…). È un peccato, perché quell'allegato specifica, tra le altre cose, i livelli di servizio che Poste Italiane dovrà garantire: quante pratiche smaltirà ogni giorno? Quanto ci metterà a passare i dati al Viminale? Quanto si accorceranno, insomma, i tempi del rinnovo grazie a questa convenzione?

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