Ecco cosa prevede il testo provvisorio del provvedimento per la ‘regolarizzazione selettiva’. ROMA, 11 luglio 2009 – È pronto il testo provvisorio del provvedimento per la regolarizzazione selettiva di colf e badanti. Il testo, preparato dai tecnici del Ministero del Lavoro e dell’Interno potrà, nei prossimi giorni, subire correzioni, ma dovrebbe essere molto simile a quello finale. Sarà presentato in Parlamento come emendamento al decreto anticrisi.
500 EURO PER LA REGOLARIZZAZIONE
I datori di lavoro italiani, comunitari o anche extracomunitari (ma regolarmente presenti in Italia da almeno 5 anni) potranno regolarizzare colf e badanti che lavorano alle proprie dipendenze in nero. Per farlo, dovranno denunciare la ‘sussistenza del rapporto di lavoro’, versando un contributo forfettario che al momento (ma la cifra potrebbe subire variazioni) è stato fissato in 500 euro, cifra che corrisponde a tre mensilita’ di contributi. L’autodenuncia esclude le ‘sanzioni penali, civili e amministrative connesse al rapporto di lavoro irregolare’. Viene quindi sanato il pregresso.
LE DOMANDE
Per i lavoratori comunitari, la domanda va presentata all’Inps (attraverso dei moduli predisposti), che incassera’ il contributo forfettario. Per gli extracomunitari, invece, la domanda va inoltrata attraverso internet allo sportello unico per l’immigrazione competente per territorio, che prima di dare il via libera deve acquisire il parere della questura. Ogni famiglia potra’ regolarizzare al massimo una colf e due badanti. La regolarizzazione prevede la formalizzazione del rapporto di lavoro, con il pagamento, a favore del dipendente, di contributi previdenziali, ferie e Tfr e tutte le altre voci previste dai contratti di categoria, disponibili presso l’Inps. Le domande, secondo la bozza provvisoria del testo, andranno presentate fra il 1° e il 30 settembre di quest’anno (salvo slittamenti legati ad eventuali intoppi dell’iter parlamentare).
30 GIUGNO 2009
Sono ammessi alla regolarizzazione colf e badanti in servizio prima del 30 giugno 2009 (la norma in questo senso ha un effetto retroattivo) e al lavoro almeno da aprile 2009. Il datore di lavoro dovra’ dichiarare, sotto la propria responsabilita’, la data di inizio del rapporto. Non sono dunque richieste ‘prove’ particolari dell’effettiva sussistenza del vincolo di lavoro, basta la dichiarazione del datore.
CHI NON E’ AMMESSO
Non sono ammessi alla regolarizzazione i cittadini extracomunitari colpiti da provvedimento di espulsione per motivi diversi dal mancato rinnovo del permesso di soggiorno; sono esclusi quelli che hanno segnalazioni, in base agli accordi internazionali, che ne impediscano l’ingresso sul territorio dello Stato (quelli che nel gergo delle questure sono indicati come ‘indesiderati’ e ‘inammissibili ‘); e ancora tutti quelli che hanno riportato condanne per uno qualsiasi dei reati previsti negli articoli 380 e 381 del codice di procedura penale per i quali e’ previsto l’arresto obbligatorio o facoltativo in flagranza (dal furto alla violenza sessuale, dal saccheggio alla rapina, dalla pedopornografia ai reati di terrorismo ed eversione, dalla corruzione alla truffa e altri ancora).
MILIONI DI EURO NELLE CASSE DELL’INPS
La regolarizzazione potrebbe riguardare almeno 300 mila persone, anche se, secondo sindacati e associazioni di assistenza il provvedimento potrebbe interessare almeno 500mila persone. L’operazione dovrebbe portare nelle casse dell’Inps almeno 150 milioni di euro. A regime la regolarizzazione avrà effetti benefici per Inps e fisco: ogni mese saranno versati solo di contributi previdenziali oltre 45 milioni di euro, mentre il gettito fiscale annuale è stimato intorno a 400 milioni di euro all’anno.
I TEMPI PER ESSERE REGOLARIZZATI
Al momento non si conoscono le tempistiche necessarie per essere regolarizzati. Secondo i ministeri dell’Interno e del Lavoro, nel caso dei lavoratori italiani o comunitari, ci vorranno pochi giorni mentre per i lavoratori extracomunitari i tempi dovrebbero essere più lunghi, perché su ogni singola domanda le questure dovranno fornire il parere sull’insussistenza di motivi ostativi al rilascio del permesso di soggiorno. In ogni caso, una volta presentata la domanda, datore e lavoratore devono attendere la convocazione presso lo sportello unico dell’immigrazione per la stipula del contratto di soggiorno e per la presentazione della richiesta del permesso di soggiorno per lavoro subordinato.