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Regolarizzazione. Cisl: “Necessarie alcune modifiche”

"Risolvere criticità per gli obiettivi che il procedimento intende raggiungere” ROMA, 29 luglio 2009 – Il dl che regolarizzerà colf e badanti è per la Cisl ”un elemento positivo poichè offre la possibilità alle famiglie italiane e alle persone da loro assunte di legalizzare la propria posizione favorendo l’emersione dei lavoratori e delle lavoratrici finora impiegati irregolarmente e producendo benefici economici all’intero sistema economico del Paese. Tuttavia e’ fondamentale evidenziare e risolvere alcune criticità poichè esse saranno determinanti per il conseguimento degli obiettivi che il procedimento intende raggiungere”.

Lo dichiarano in una nota Liliana Ocmin, Segretario confederale della Cisl e Oberdan Ciucci, Presidente Anolf-Cisl.

”Nel dl, ad esempio – spiega la nota – non sono contemplate possibili procedure che consentano al lavoratore/lavoratrice di presentare autonomamente la domanda di regolarizzazione a fronte di un diniego del datore di lavoro. Su questo aspetto bisogna intervenire prevedendo un sistema di ammonizione/denuncia del datore di lavoro che sfrutta l’immigrazione clandestina ed alimenta il lavoro nero”.

”In base al testo attuale, poi – continua la nota – l’extracomunitario messo in regola, non puo’ estendere la regolarizzazione anche al coniuge e ai figli mediante procedura di ricongiungimento familiare. Per far fronte a questo problema, la Cisl prevede di velocizzare la procedura se il familiare e’ gia’ in Italia e ancora clandestino, evitando, cosi’, rallentamenti del sistema giudiziario ed amministrativo e ripercussioni di carattere sociale”.
Il procedimento, inoltre, prosegue la nota della Cisl, ”non prevede la regolarizzazione, da parte di piu’ datori di lavoro, del singolo lavoratore/lavoratrice che presta servizio ad ore in piu’ luoghi/famiglie. In tal senso e’ necessario intervenire adottando specifiche misure per evitare che si penalizzino sia i lavoratori/lavoratrici che non dispongono di un lavoro full-time, ma che svolgono attivita’ part-time o ad ore in piu’ sedi, sia i datori di lavoro che non necessitano di un sostegno a tempo pieno del dipendente, ma che esprimono necessita’ diverse”.

”Bisogna inserire nel sistema, che per il momento non le contempla, le piccole e medie imprese che assumono personale non regolare sia italiano sia immigrato. Solo cosi’ si adottera’ una misura realmente efficace contro il lavoro nero. Infine – concludono Ocmin-Ciucci – e’ fondamentale prevedere degli sgravi o dei sostegni alle famiglie, finalizzati ad agevolare l’assunzione e conseguentemente la fruizione dei servizi di collaborazione domestica”.

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