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Garante a agenzie immobiliari: “No a discriminazioni”

Le agenzie non possono schedare i clienti in base a razza, religione e abitudini sessuali. Leggi il provvedimento

Il Garante per la protezione dei dati personali è intervenuto per vietare che le agenzie immobiliari schedino la loro clientela in base all’origine razziale, alla fede religiosa e alle preferenze sessuali. Nel corso di accertamenti ed ispezioni nei confronti di alcuni settori e categorie professionali, un’agenzia immobiliare è stata colta sul fatto ad utilizzare questa tipologia di dati, che erano stati trattati in modo illecito.

L’agenzia avrebbe utilizzato questi dati in violazione della normativa sulla parità di trattamento tra le persone, che pone il divieto sulle discriminazioni razziali in materia di fornitura di beni e servizi con particolare riferimento all’alloggio.

L’agenzia in questione, infatti, oltre ai dati necessari per adempiere al proprio mandato (dati anagrafici, indirizzo, numero di telefono ecc.), raccoglieva anche altri dati personali molto delicati perché, a quanto pare, alcuni proprietari non avrebbero gradito affittare a extracomunitari o a omosessuali, o perché alcuni condomini avrebbero preferito evitare la presenza di musulmani.

Da adesso, dunque, le società non potranno più raccogliere informazioni su razza, religione o vita sessuale delle persone che le contattano per la compravendita o la locazione di una casa, né utilizzare quel genere di informazioni già in suo possesso.

Il Garante ha, inoltre, prescritto alla società di riformulare l’informativa, in particolare quella on line, specificando chiaramente la finalità nell’uso di dati personali, in modo da mettere la clientela in condizioni di esprimere liberamente la propria volontà sull’invio di materiale pubblicitario e sull’uso della posta elettronica a fini di marketing.

Nel vietare il trattamento il Garante, con il provvedimento di cui è stato relatore Giuseppe Chiaravalloti, ha ritenuto che la società immobiliare abbia operato in modo illecito, discriminatorio e lesivo della dignità delle persone, in contrasto con quanto stabilito dal Codice della privacy e dalle autorizzazioni generali in materia di trattamento di dati sensibili.

Il Garante dichiara lecita solo la raccolta di informazioni relative ad handicap o patologie invalidanti in quanto effettuata dall’agenzia per escludere dalle trattative immobili con barriere architettoniche o privi di ascensore. L’intera pratica è ora rimessa all’Autorità giudiziaria affinché valuti l’eventuale ipotesi di illecito trattamento di dati a fini di profitto.

Leggi il provvedimento del garante

(2 aprile 2007)

 

Pierpaolo Festa

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