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Kyenge come un orango. Il leghista Rainieri condannato per razzismo

Postò un fotomontaggio che ritraeva la ministra dell'integrazione con la testa di una scimmia. Kyenge: "Non fu satira, ma violenza"

Roma – 13 gennaio 2015 – “Indovina chi é?” scrisse Fabio Rainieri su Facebook nell'ottobre del 2013. E postò la foto di un orango che sedeva tra i banchi del governo, nei panni dell'allora ministro dell'Integrazione Cécile Kyenge.

Quando il fotomontaggio scatenò una polemica, il leghista (già deputato, oggi vice presidente del Consiglio regionale dell’Emilia Romagna), si arrampicò sugli secchi. Prima disse che la scimmia non era Kyenge, poi che a postare l'indovinello era stato un suo collaboratore, ovviamente a sua insaputa.

Intanto, però, partì un processo per diffamazione con l'aggravante del razzismo. E così ieri Fabio Rainieri è stato riconosciuto colpevole e condannato dal tribunale di Roma a un anno e tre mesi oltre che a un risarcimento di 150 mila euro a Kyenge, che si è costituita parte civile.

 “Non si trattò di una critica politica, ma di vera e propria propaganda volta a seminare odio e violenza”  ha commentato l'europarlamentare del Pd. “Perché la critica implica dialettica e argomentazione. Dileggiare una persona esclusivamente per il colore della pelle non implica argomentazione, né retropensiero. È come dire: ‘tutti voi, neri, non siete solo razza inferiore ma siete animali’. Un vero e proprio atto di violenza e come tale va sanzionato dalla legge”.

“Istigare le persone a considerare i neri come animali non è satira, né critica, ma solamente un reato ed è proprio per questo che trovo altrettanto grave la decisione della Lega Nord di non discostarsi dalle posizioni sostenute da Rainieri. In questo modo – ha concluso Kyenge – è l’intero partito a rendersi corresponsabile delle sue azioni".

Stranieriinitalia.it

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