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“Mi chiamate negra, siete razzisti vigliacchi. Non vincerete”

La giovane studentessa di Pisa racconta la sua battaglia contro chi la insulta. "Non mi faranno nascondere, continuerò a sentirmi sia senegalese che italiana"

 
Pisa – 20 maggio 2015 – “Quello che mi sta capitando non ha solo a che fare con la scuola. Altrimenti anche altri compagni bravi sarebbero stati offesi per i loro voti.  Qui c'è anche il razzismo nei miei confronti”.
 
Le hanno scritto che è “sporca” e che una “negra” non può prendere 10 in diritto o diventare avvocato. Ora anche la studentessa quattordicenne di Pisa, vittima dei loro anonimi insulti, ha deciso di prendere carta e penna e di raccontare a tutti la sua lotta contro quei “razzisti vigliacchi” che ha deciso di affrontare a testa alta.
 
“Mi sento molto offesa per quello che è successo. Quando tutto questo sarà finito e i responsabili individuati, li voglio guardare negli occhi per dirgli quanto mi dispiace che sia stato un mio compagno di classe a fare tutto questo” scrive la ragazza, figlia di immigrati senegalesi,  in una lunga lettera pubblicata oggi da Repubblica. 
 
Fatou (non è il  suo vero nome) parla delle lettere anonime, dell’appello lanciato invano dai professori perché gli autori venissero allo scoperto, delle parole pronunciate da suo padre davanti ai suoi compagni di classe: “Ha detto che io sono sorella loro, che siamo tutti uguali, che se fa un taglio al mio braccio e al loro esce comunque sangue”. Tutti hanno applaudito, ma nessuno si è fatto avanti per chiedere scusa. 
 
“Ho 14 anni, vivo a Pisa dal 2008 e non ero mai stata vittima di episodi del genere, né io né la mia famiglia. Il razzismo c'è ed esiste anche in Italia. Di solito quando se ne parla nessuno è a favore ma alla fine saltano fuori delle persone che si comportano da razziste” nota la ragazza. 
 
A Pisa, aggiunge, si  è sempre “ trovata bene con le persone. È un bel posto, ed ormai è l'unico che conosco perché in Senegal non sono più tornata e non mi ricordo i luoghi ma solo le persone, gli amici e i parenti. Purtroppo ci sono sempre degli stupidi in mezzo al gruppo, e non bisogna condannare tutti, una scuola o addirittura un'intera città per colpa loro”.
 
Ora Fatou chiede che “queste persone si assumano le loro responsabilità e vengano punite. Devono essere meno vigliacche, se hanno qualcosa contro di me devono venirmelo a dire in faccia. Hanno rovinato l'atmosfera nella classe. Ma non avranno quello che vogliono, non mi faranno nascondere a casa”. 
 
“Andrò ancora a scuola e studierò ancora più di prima. E continuerò a sentirmi – conclude la ragazza- sia senegalese che italiana”.
 
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