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Razzismo. L’europarlamento scarica Borghezio: “Niente immunità”

Il deputato leghista alla radio aveva insultato i rom, sostenendo poi di averlo fatto nell’esercizio delle sue funzioni. La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per “diffusione di idee fondate sull’odio razziale”

Roma – 3 giugno 2014 – Rieletto dopo una candidatura "sfida" nella circoscrizione Italia Centro, Mario Borghezio tornerà a sedersi al Parlamento Europeo. Intanto, però, quello stesso Parlamento lo scarica, negandogli l’immunità per le sua ennesima sparata razzista.

La vicenda comincia l’8 aprile 2013, quando il leghista viene invitato dalla trasmissione radiofonica “la Zanzara” a commentare un incontro tra la presidente della Camera Laura Boldrini e i rappresentanti delle comunità Rom e Sinti.

Questi ultimi vengono subito liquidati come “facce di c…”, l'occasione come “giornata della demagogia e del fancazzismo, poi con contorno di festival dei ladri”. Borghezio aggiunge che quando vede un rom controlla subito se ha ancora in tasca il portafoglio. “È un riflesso pavloviano, dettato da un’esperienza secolare” spiega.

La procura di Milano apre un’indagine per diffamazione e “diffusione di idee fondate sull’odio razziale ed etnico” ma è costretta a fermarsi. Borghezio infatti si dimostra tanto spavaldo nell’insultare quanto veloce nell’invocare, per quegli insulti, l’immunità da europarlamentare, sostenendo di aver pronunciato quelle frasi nell’esercizio delle sue funzioni.

I suoi colleghi al Parlamento europeo la pensano diversamente. E quando il pm Piero Basilone ha chiesto lumi hanno risposto che le dichiarazioni del leghista vanno “al di là del tono che generalmente si riscontra nel dibattito politico”, “non hanno alcun nesso diretto ed evidente con tali attività parlamentari” e “sono di natura profondamente inadeguata alla dignità del Parlamento”, perché “in contrasto con l’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione”, quello che vieta le discriminazioni.

“Se fatte in una seduta del Parlamento Europeo – rispondono da Bruxelles –  affermazioni come quelle formulate da Borghezio avrebbero potuto comportare sanzioni ai sensi dell’art.153 del regolamento”, perciò “non è opportuno che l’immunità parlamentare le copra”. Via libera alla Procura, quindi, che ora ha chiesto il rinvio a giudizio dell’europarlamentare.

EP

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