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Roma. Striscione razzista a Piazza Vittorio

Colpito il cuore multietnico della capitale. Immediate le condanne dei politici

Roma – "Italiano sveglia difendi piazza Vittorio": queste le parole affisse la scorsa notte, su uno striscione in via Buonarroti.
Largo circa 10 metri, lo striscione raffigurava anche una croce celtica in calce: autori dell’evento sono stati alcuni militanti del movimento di destra estrema Croce celtica nazionale.

Lo striscione è stato appeso in quello che è il quartiere più multietnico della capitale: l’Esquilino.
I politici italiani, hanno immediatamente espresso reazioni di condanna unanime riguardo l’evento.
Durissimo il commento del sindaco di Roma, Walter Veltroni: "Penso e temo che la cultura dell’odio stia tornando. Ho visto croci celtiche e strisce inneggianti all’odio verso gli stranieri nel quartiere Esquilino. Tutte cose che abbiamo già visto e che hanno portato ai campi di concentramento".
Lo stesso sindaco è stato attaccato da altri striscioni affissi a Piazza Vittorio, che recitavano: "Veltroni, infame, piazza Vittorio non si svende. Movimento nazionale", o anche "Esquilino italiano, fuori i cinesi. Chiediamo che nel centro di Roma non ci sia la doppia lingua nei negozi, italiano e cinese, ma solo la lingua italiana".

Anche Gianni Alemanno, presidente della Federazione Romana di An, ha ricordato la necessità che il sindaco non si limiti a condannare le scritte, ma ascolti anche il disagio dei cittadini, incontrando i comitati dei quartieri coinvolti: "La condanna di An nei confronti delle scritte che sono comparse oggi all’Esquilino è ferma e assoluta. – ha dichiarato Alemanno – Qualsiasi tentativo di strumentalizzare il disagio dei cittadini dell’Esquilino per fomentare l’odio razziale va respinto da tutti coloro che rifiutano l’idea di lacerare la nostra città in tante zone franche e ghetti etnici".

Un’altra condanna, infine, arriva dalla comunità ebraica, il cui vicepresidente, Riccardo Pacifici, ricorda il valore dell’accoglienza a cui i cittadini italiani hanno il dovere di ispirarsi: "Facciamo appello ad una condanna ferma non solo da parte delle istituzioni ma soprattutto da parte delle società civile – ha dichiarato Pacifici – È una responsabilità di noi tutti. Siamo fiduciosi che solo attraverso il dialogo con le istituzioni si possano risolvere tali fenomeni e si possa costruire e comprenderci gli uni con gli altri".

19 aprile 2007

 

Pierpaolo Festa

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