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Coldiretti: “Il 13% degli agricoltori è straniero”


I lavoratori immigrati sono diventati "indispensabili" nella raccolta delle fragole nel Veronese, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte, del tabacco in Umbria e Toscana e del pomodoro in Puglia          

ROMA – "Sono stranieri il 13% dei lavoratori agricoli e nelle campagne la presenza di immigrati evidenzia una incidenza tra le più elevate dei diversi settori economici".

Lo sottolinea la Coldiretti, che ha collaborato alla redazione del 16/mo Rapporto Caritas/Migrantes sull’immigrazione, nel sottolineare che "sono saliti a 129.004 i rapporti di lavoro in agricoltura identificati negli archivi Inps e riconducibili a soggetti non italiani".

I lavoratori stranieri presenti nelle campagne italiane appartengono a 155 diverse nazionalità anche se a trasferirsi in Italia per lavorare in agricoltura – sostiene la Coldiretti – sono principalmente i polacchi (16%), i rumeni (15%), gli albanesi (11%) e gli indiani (7%).

"Dati che evidenziano – sostiene la Coldiretti – la determinazione della parte più sana ed economicamente attiva dell’imprenditoria agricola a perseguire percorsi di trasparenza e qualità del lavoro".
Sono molti i ‘distretti agricoli’ dove i lavoratori immigrati sono diventati "indispensabili", come nel caso della raccolta delle fragole nel Veronese, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte, del tabacco in Umbria e Toscana o del pomodoro in Puglia.

"Si tratta di un evidente dimostrazione che – conclude la Coldiretti – gli immigrati occupati regolarmente in agricoltura contribuiscono in modo strutturale e determinante all’economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabili per garantire i primati del made in Italy alimentare nel mondo".

(31 ottobre 2007)

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