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E’ di 987 euro la busta paga media di un dipendente straniero

I risultati di uno studio della Fondazione Leone Moressa


Venezia, 8 giugno 2011 – In media un dipendente straniero percepisce 987 euro al mese, quasi 300 euro in meno di un dipendente italiano (il 22,9% in meno).
E’ questo il dato più importante che emerge dai risultati di uno studio della Fondazione Leone Moressa che ha analizzato le retribuzioni mensili dei dipendenti stranieri nel quarto trimestre 2010.

Secondo lo strudio nelle regioni settentrionali, soprattutto del NordEst (Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto) la busta paga e’ ”piu’ ricca” e vi e’ un minor differenziale con gli italiani. Le donne straniere guadagnano appena 797 euro al mese, nessun vantaggio salariale per gli stranieri piu’ istruiti, migliori retribuzioni per chi lavora nei settori del trasporto/comunicazione e nelle costruzioni, piu’ basse per chi opera nell’agricoltura o nei servizi alla persona. Tra le prime 5 nazionalita’ piu’ rappresentate, il salario annuo di un dipendente marocchino e’ equivalente alla ricchezza prodotta da 5,5 marocchini rimasti in Patria, 6,5 se si tratta di filippini.

Nelle aree settentrionali gli stranieri guadagno mediamente di piu’ rispetto agli stranieri che lavorano nel Mezzogiorno: si tratta di comparare ad esempio i 1.159 euro al mese di un immigrato che lavora in Friuli Venezia Giulia e i 674 euro di uno straniero in Calabria. Ma il Sud si differenzia anche per il maggiore gap retributivo tra dipendenti stranieri e italiani: infatti se in alcune regioni settentrionali i differenziali non superano i 300 euro, in alcune regioni del Sud il gap retributivo oltrepassa i 500 euro (come in Basilicata).

I dipendenti stranieri di sesso maschile, oltre a recepire un salario mensile mediamente piu’ alto delle donne (1.135 euro vs 797 euro), mostrano dei divari retributivi meno ampi rispetto alle retribuzioni dei dipendenti italiani dello stesso sesso: si tratta del 19% in meno per i maschi rispetto al 29,4% delle donne. Il titolo di studio non ha alcuna influenza sul livello salariale degli stranieri. Infatti, le retribuzioni percepite da coloro che hanno un basso livello di istruzione (nessun titolo, licenza elementare e licenza media) non differisce di molto da quanti invece hanno il diploma superiore. Diverso e’ invece il caso dei laureati che ricevono in media al mese 1.123 euro. Ma piu’ aumenta il livello di istruzione, maggiore e’ il gap con i dipendenti italiani con le medesime caratteristiche.

I dipendenti inquadrati con contratti a tempo indeterminato guadagnano poco meno di mille euro al mese, mentre coloro che sono a tempo determinato ricevono 926 euro. Nel confronto con gli italiani emerge come i differenziali siano pero’ piu’ evidenti tra i primi rispetto ai secondi. Non esistono invece grosse differenze con gli italiani se si considera il reddito di un dipendente straniero che lavora a tempo pieno (-20,1%) o a tempo parziale (-17,6%). I dipendenti stranieri nel settore dei trasporti sono quelli che guadagno di piu’ (1.348 euro); seguono quelli del comparto delle costruzioni, istruzione/sanita’/servizi sociali, manifattura e commercio le cui retribuzioni superano i 1.000 euro mensili. Al di sotto di questa cifra si collocano i dipendenti degli alberghi, dei servizi alle persone, del settore primario e dei servizi alle persone (con appena 724 euro). Questi ultimi sono anche quelli che mostrano i gap retributivi piu’ elevati rispetto ai lavoratori italiani nello stesso comparto di attivita’ (-26,4%).

L’eta’ anagrafica non influisce significativamente sui livelli retributivi. Quello che fa evidenziare invece una correlazione tra redditi e l’eta’ e’ la differenza con i dipendenti italiani con le medesime caratteristiche: con l’aumento dell’eta’, si amplificano i differenziali con i colleghi nativi: se nella fascia 15-24 anni gli stranieri ricevono appena l’1,2% in meno di stipendio, per gli over 55 il gap supera il 30%. Gli africani e i cittadini dell’Europa comunitaria sono i lavoratori che in Italia percepiscono una retribuzione mediamente piu’ elevata: rispettivamente di 1.055 euro e di 1.024 euro. Europei non comunitari, asiatici e americani coloro che ricevono uno stipendio inferiore. Se si confronta (per le prime 5 nazionalita’ piu’ rappresentate) la retribuzione di un immigrato che lavora in Italia con la ricchezza procapite nel loro paese di origine, si scopre come un filippino in Italia guadagni come 6,5 connazionali nelle Filippine, un marocchino per 5,5 connazionali, un ucraino per 4,8, un albanese per 4,7.

”La disparita’ salariale tra stranieri e italiani non deriva esclusivamente dall’origine immigrata dei dipendenti – affermano i ricercatori della Fondazione Leone Moressa – quanto da elementi che, combinati, determinano uno svantaggio salariale: la professione ricoperta dagli stranieri, la loro bassa qualifica, l’occupazione nei settori di attivita’ dalla piu’ bassa produttivita’ in cui sono impiegati, l’eta’ giovane della manodopera che non permette di raggiunge una sufficiente anzianita’ retributiva”.

”Bisogna inoltre considerare che il lavoro per gli stranieri e’ la condizione necessaria per avere e per rinnovare il permesso di soggiorno. Questo legame indissolubile puo’ portare all’accettazione da parte del lavoratore di condizioni occupazionali marginali, poco tutelate e, in alcuni casi, anche sotto pagate – concludono – Il problema del differenziale retributivo si fa piu’ evidente specie in questo momento di crisi, dato che gli stranieri difficilmente possono contare su fonti di guadagno alternative al reddito da lavoro o sul supporto dato dalle reti familiari. Tutto cio’ rischia di rallentare i processi di inserimento sociale ed economico degli stranieri che lavorano e vivono nel nostro Paese”.

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