Il nuovo rapporto della European Commission against Racism and Intolerance punta il dito contro discorsi politici, campi nomadi, respingimenti e accoglienza dei profughi. “Rafforzare i poteri dell’Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali”
Roma – 21 febbraio 2012 – Dai discorsi dei politici contro gli immigrati all’emarginazione dei rom, passando per le aggressioni fisiche e i respingimenti, in Italia è ancora allarme razzismo.
Lo dice il nuovo rapporto dedicato al nostro Paese pubblicato oggi dalla Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI) del Consiglio d’Europa. Elaborato a seguito della visita dei rappresentanti dell’organismo in Italia nel novembre 2010 e tiene conto degli ultimi sviluppi fino a giugno 2011.
Secondo l’Ecri l’Italia ha fatto passi avanti, ancora rafforzando la sua legislazione. I tribunali, spiega il rapporto, hanno annullato un certo numero di misure discriminatorie precedentemente adottate dal Governo e da alcuni sindaci, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali sta estendendo notevolmente le proprie attività e c’è un’efficace normativa contro la discriminazione e la violenza razzista nello sport.
Il rapporto segnala però un aumento del ricorso a discorsi di stampo razzista in politica, con gli immigrati regolarmente presentati come fonte di insicurezza. Questo linguaggio si rispecchia nelle politiche discriminatorie (ad esempio, numerosi aspetti del cosiddetto “pacchetto sicurezza”). Sebbene sia stata abbandonata la maggior parte delle misure più discutibili, è evidente l’impatto sugli atteggiamenti dell’opinione pubblica.
Persistono i pregiudizi contro i musulmani e l’antisemitismo, e si segnalano casi di discriminazione nei confronti dei gruppi vulnerabili nell’accesso agli alloggi dati in locazione da privati. In alcuni casi, si sono verificate aggressioni violente contro Rom e immigrati.
La maggior parte dei Rom subisce varie forme di emarginazione, malgrado i programmi messi in atto da un certo numero di comuni e di regioni a favore dell’inclusione sociale. Perfino i campi nomadi autorizzati sono relegati in aree lontane dai centri urbani. Per quanto riguarda i campi abusivi, sono stati oggetto di demolizioni e di sgomberi forzati, che hanno contribuito a peggiorare la discriminazione nella vita quotidiana nei confronti di questa popolazione.
Nonostante i progressi compiuti in materia di diritto di asilo, pare che la politica dei respingimenti, inaugurata nel maggio del 2009, che prevede di rimandare nel paese di origine le imbarcazioni intercettate in mare aperto tra l’Italia e la Libia, abbia privato un certo numero di persone della possibilità di fare valere il loro diritto alla protezione internazionale. Si sono constatati altri problemi a seguito degli eventi del Nord Africa agli inizi del 2011, e si deplorano i ritorni forzati troppo affrettati e le condizioni di accoglienza inadeguate.
Nel suo rapporto, l’ECRI ha formulato un certo numero di raccomandazioni. Per tre di queste ha richiesto un’applicazione prioritaria e ha previsto una procedura di valutazione entro due anni: conferire all’UNAR un ruolo più incisivo; fornire garanzie di protezione a tutti i Rom sgomberati; rispettare il principio del non respingimento.
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RAPPORTO DELL’ECRI SULL’ITALIA (quarto ciclo di monitoraggio)