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Roma, 4 consiglieri e un solo obiettivo: votare e contare di più

Intervista ai nuovi consiglieri stranieri della Capitale

(ASI) – ROMA – Nessuno dei vecchi rappresentanti degli stranieri nella capitale è stato riconfermato. Quest’anno il più votato è stato Romulo Sabio Salvador, filippino. La sola donna eletta è Tetyana Kuzyk, ucraina. Eccoli come si presentano a Stranieri in Italia.

, 44 anni, filippino, già membro della Consulta cittadina per l’immigrazuione, si è preso la sua personale rivincita. Delle scorse elezioni nel 2004 era stato il vincitore morale. Il più votato, con 2.539 preferenze, aveva dovuto cedere il posto alla connazionale Irma Tobias Perez, per via del meccanismo elettorale che prevedeva la presenza fra gli eletti di una donna. Questa volta ha avuto un leggero calo nei suffragi: 2.190 voti, pur sempre un bel bottino, che gli hanno consentito di affermarsi come consigliere aggiunto più votato, sorpassando il connazionale Felix Enriquez Mendoza di circa 700 voti.

"Ci contavo molto in questa elezione – racconta a Stranieriinitalia.it – anche se sapevo di dovermela vedere con la concorrenza agguerrita degli altri tre candidati filippini e di quelli del Bangladesh. Certo, la bassa affluenza a un certo punto ha cominciato a impensierirmi. Il brutto tempo e, per noi filippini, alcuni importanti eventi di comunità, hanno distolto molti dalle urne. Ma credo che ciò non basti a spiegare la scarsa partecipazione. In molti devono essersi fatti venire qualche dubbio sull’opportunità di votare dei consiglieri dimezzati, senza diritto di voto".

Sul diritto di voto Salvador è già pronto alla prima battaglia, da affiancare a quella su un maggiore spazio da dare agli immigrati imprenditori negli organismi di rappresentanza. "Organizzeremo una manifestazione per sollecitare il governo a ratificare anche il capitolo C della Convenzione di Strasburgo, quello che riconosce agli stranieri il voto amministrativo. La faremo il 21 marzo, primo giorno di primavera. Abbiamo bisogno di aria nuova. E di una partecipazione piena alla vita pubblica in città".

Alle elezioni di quest’anno Salvador si è presentato nei Municipi con una lista multietnica di 12 persone (tra i quali anche candidati sudamericani e africani), quattro dei quali (tre filippini e un indiano) sono stati eletti. "Ho voluto lanciare un segnale di rottura, un gesto di sfida contro l’attuale legge che prevede l’elezione di un candidato per continente, spingendo così a votare per il proprio connazionale, in una sorta di separazione etnica. Per me hanno votato anche gli indiani e i cittadini di altri continenti".

Laureato in psicologia, sassofonista e attore cinematografico e televisivo (ha recitato in alcune fiction televisive come "Distretto di polizia", "Carabinieri 5" e "don Matteo") Salvador vive a Roma dal 1984. Lavora come cameriere, gestisce una ditta di spedizioni, fa il mediatore culturale all’Acea e all’Ama. E’ anche vice-presidente della Commission for Filipino Migrant Workers-Italia, un centro di accoglienza diurna per figli di immigrati filippini, dove coordina un laboratorio di mimo e teatro, ed è responsabile dell’animazione dei campi estivi.

, 35 anni, ucraina, è la sola donna ad essere stata eletta. Traduttrice, ex caporedattrice di un giornale per gli ucraini, responsabile di un’agenzia di servizi e consulenza sull’immigrazione (dai permessi di soggiorno ai ricongiungimenti familiari), presidente dell’associazione delle donne ucraine in Italia, vive a Roma da sei anni. "Ho avuto l’appoggio della maggior parte delle associazioni ucraine della capitale – racconta a Stranieriinitalia.it – è stata una campagna elettorale faticosa e dispendiosa, fatta di tante telefonate, sms, lettere. Condivisa con la mia amica Liliya Bilyk, candidata al primo Municipio (e non eletta, ndr)". La prossima tappa ora è "lottare per diventare consiglieri comunali a pieno titolo", e per ottenere "il diritto di voto alle elezioni amministrative".

Gli altri obiettivi del programma della Kuzyk nascono dalla sua esperienza lavorativa e dall’ascolto delle tante persone incontrate in questi mesi di campagna elettorale. "E’ urgente prima di tutto una maggiore difesa dei diritti di colf e assistenti familiari. Si tratta di persone, nella grande maggioranza donne, sfruttate e costrette a turni di lavoro massacranti, spesso senza diritto a uscire di casa durante il giorno. Il tutto nell’assenza totale di controlli e ispezioni, che pure in altri settori come l’edilizia, sono abbastanza diffusi". Di qui l’iniziativa di una raccolta di firme di "autodenuncia". "Abbiamo già iniziato, e ne stiamo raccogliendo a decine. Si tratta di donne che dichiarano di lavorare oltre l’orario di lavoro consentito. Per loro pensiamo a una proposta di legge che le tuteli di più".

Altro progetto è quello di un network di doposcuola per gli adolescenti stranieri da attivare nei Municipi. "Penso a una sorta di doposcuola pomeridiano, estendibile anche al weekend, con insegnanti di varie nazionalità, dove i ragazzi potrebbero apprendere la loro lingua d’origine, essere aiutati a fare i compiti e avere, se necessario, assistenza psicologica". Una scuola per i bambini ucraini la Kuzyk, per la verità la aveva già creata. "Era una scuola domenicale. Avevamo corsi di storia, geografia, letteratura, lingua, canti e tradizioni ucraine. Peccato aver dovuto chiudere all’inizio di quest’anno per mancanza di fondi per pagare l’affitto".

, 42 anni, ecuadoriano, già membro della Consulta cittadina per l’immigrazione, professore all’Upter e mediatore pedagogico, lavora nel centro socio-educativo per minori stranieri "Don Bosco" della capitale. Mette il dito sulle contraddizioni di queste elezioni poco sentite: "In effetti – dice a Stranieriinitalia.it, da una parte sembra che gli immigrati chiedano più partecipazione. E dall’altra, quando hanno la possibilità di far sentire la loro voce non vanno in massa a votare. Sarebbe semplicistico parlare però di una mera contraddizione. In realtà la disaffezione nasce anche dalla consapevolezza che i consiglieri aggiunti non hanno diritto di voto e perciò si ritrovano in consiglio comunale con funzioni e poteri limitati".

Nei piani futuri c’è la volontà di riproporre il voto amministrativo e sostenere la battaglia del governo per dimezzare gli anni per accedere alla cittadinanza italiana. Nell’immediato, i progetti sono radicati sul territorio. "Noi stranieri abbiamo esigenze simili, indipendentemente dalla nazionalità – dice Godoy – ci servono asili nido, baby-parking, cooperative di abitazioni Spero che questi obiettivi saranno condivisi anche dagli altri consiglieri aggiunti".

Victor Emeka Okeadu, nigeriano di 46 anni e presidente della vecchia Consulta per l’immigrazione. Laureato in diritto civile presso la Università Pontificia Lateranense, ricercatore in psicologia presso la Università Pontificia Salesiana, ha fatto il bibliotecario ed è presidente della Comunità Igbo in Italia e del Club Calcistico Africano a Roma. Sarà il rappresentante dei 53 paesi che costituiscono il continente africano. E non solo. "Credo che sia stato premiato il mio lavoro di presidente della consulta. I voti che ho ricevuto – assicura Okeadu a Stranieriinitalia.it – sono stati trasversali e multietnici". Il suo programma politico parte dalla necessità di una maggiore formazione e consapevolezza politica ("non c’è vera integrazione senza una maggiore conoscenza di diritti e doveri") e punta a "incoraggiare l’imprenditoria immigrata". La concessione del diritto di voto amministrativo è per Okeadu un "simbolo di integrazione" e una battaglia da portare avanti insieme a quella per agevolare l’acquisizione della cittadinanza italiana.

Tetyana Kuzyk

Madisson Bladimir Godoy Sanchez

 

Romulo Sabio Salvador

(12 dicembre 2006)

Andrea Gagliardi

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