Milano, troppe scritte cinesi a Chinatown. Il capogruppo del Carroccio chiede a Moratti un’ordinanza
Roma – 21 luglio 2010 – Qualche mese fa hanno lanciato (e perso) una crociata per vietare le insegne in lingua straniera. Ora i leghisti se la prendono con le pubblicità e gli altri annunci dei negozi degli immigrati.
Matteo Salvini, eurodeputato e capogruppo del Carroccio al Comune di Milano guida la reconquista padana di via Paolo Sarpi, la chinatown milanese, dove ha avvistato troppi (indovinate un po’?) cartelli in cinese. Ideogrammi a lui incomprensibili che nasconderebbero chissà quale pericolo per milanesi doc.
Lo zelante capogruppo leghista ha scattato alcune fotografie e le ha allegate a una lettera al sindaco Moratti e al comandante dei vigili urbani, chiedendo il loro intervento. Vorrebbe un’ordinanza che preveda nei negozi ”l’obbligatorietà anche della lingua italiana e magari anche del dialetto milanese negli annunci economici, immobiliari, pubblicitari, di offerte di lavoro, redatti in lingua straniera”.
I milanesi ringrazieranno. Chissà quanta voglia hanno di leggere e capire qualche pubblicità in più.
Elvio Pasca